
Mi sono accorto che tra i vari itinerari di viaggio che vi ho proposto in Andalusia nessuno seguiva percorsi nei pressi della costa. Colmerò quindi subito questa imperdonabile lacuna portandovi nell’estremità settentrionale di questa splendida regione spagnola, a nord di Almería, nei pressi di Cabo de Gata.
Il percorso si dirama in un bel tratto di costa, particolarmente frastagliato, segnato da una piccola strada che cerca di seguirne tutti i suoi anfratti.
Il nostro itinerario inizia ad Almería e si conclude a Mojacar, dopo circa 140 km. Un percorso che si può coprire in circa 3 ore, ma che richiede almeno un giorno intero per poter visitare con calma tutti gli splendidi luoghi che si attraversano. I punti panoramici sono moltissimi e quindi le soste sono molte. Senza contare che lungo il percorso si incontrano tante belle spiagge e calette, e certo non resisterete alla tentazione di fare una pausa per il bagno.
Lungo la prima parte dell’itinerario percorreremo una strada senza via d’uscita, che si interrompe in un tratto di costa particolarmente scosceso. In questi casi sarà quindi necessario tornare sui nostri passi e ripercorrere a ritroso la stessa via, anche se solo per pochi chilometri. Del resto, solo così si possono visitare alcuni punti del litorale particolarmente spettacolari.
Un’unica avvertenza «operativa». Viaggiare in quest’area nei mesi estivi, in particolare luglio e agosto, regala certamente giornate soleggiate, ideali per una vacanza al mare. D’altra parte però troverete questi luoghi piuttosto affollati, in particolare nei pressi di centri abitati più importanti. Una buona alternativa è viaggiare da queste parti in primavera inoltrata, o agli inizi dell’autunno. In questi periodi le temperature sono ancora molto gradevoli, ma le strade sono meno trafficate e si possono visitare i paesi della costa, gli edifici storici e le spiagge con maggiore tranquillità.
Almería: la città delle serre
La lista dei popoli che hanno abitato questi luoghi è molto lunga. Si inizia già nella Preistoria, ma le genti che hanno lascito il segno sono i Fenici, i Cartaginesi e i Romani. Il suo massimo splendore è stato però raggiunto nel periodo di occupazione araba.
La città fu fondata dai Fenici nel IX secolo a.C. e fu successivamente conquistata dai Romani, dai Vandali, dai Visigoti e dagli Arabi. Con la cacciata dei Mori fu conquistata da Ferdinando III di Castiglia e divenne parte della Corona di Castiglia.
Non perdetevi una visita all’Alcazaba, la più grande fortezza costruita in Spagna dalle dinastie arabe e alla Catedral de la Encarnación, un imponente edificio religioso del XVI secolo che pare anch’esso una fortezza. Del resto da queste parti gli attacchi dei pirati erano piuttosto frequenti e quindi gli edifici più importanti dovevano essere ben difesi.
Per ripercorrere la storia di Almería potete visitare il suo museo che custodisce importanti testimonianze del lungo passato di questa città.
La città non è poi così grande e una passeggiata tra le vie del centro è molto interessante. Fate una visita alla Plaza Vieja, un quadrato delimitato da lunghi porticati, quasi a richiamare l’architettura di Plaza Major, di Madrid. Qui però la scenografia viene completata da tre filari di alberi che rendono ancora più suggestiva la piazza. Al centro svetta il marmo bianco del monumento ai Martiri della Libertà.

Mentre camminate tra le vie del centro vi colpirà il contrasto creato dall’alternanza di edifici storici e moderni, che quasi sempre appaiono armonizzati nel delimitare le strette vie del centro.
Un contrasto che si ripropone anche nel territorio che circonda la città, dove luoghi desertici si alternano ad aree verdeggianti. Spiagge affollate che si contrappongono ad altre più appartate, alte scogliere e un mare blu cobalto. A dominare il territorio è però la distesa di serre che si trovano tutto intorno ad Almería dove si coltiva ogni tipo di ortaggio o frutto, rappresentando la risorsa economica più importante della provincia.
Per altre informazioni su Almería, visitate il sito web della città.
I film western «Made in Spain»
Chi ama il cinema, e in particolare i film western, non può perdersi una visita nei dintorni della città nel deserto di Tabernas, situato circa 30 km a nord di Almería. È proprio qui, e non in California, che furono realizzati molti film western, inclusi i nostrani «spaghetti western» di Sergio Leone. Il territorio è davvero molto simile agli sconfinati paesaggi desertici dell’ovest statunitense. Non ci saranno pinnacoli suggestivi e grandi canyon, come a Monument Valley, ma nel complesso l’ambientazione è più che credibile.

Oggi in questa zona si trovano tre parchi a tema, dedicati al mondo western, dove si possono ritrovare le ambientazioni di alcuni dei film più famosi di questo genere. Il primo è Mini Hollywood, dove si girò Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo.
Il secondo è il parco dedicato al regista italiano Sergio Leone, che qui girò i film C’era una volta il West e
I quattro dell’Apocalisse.
Il terzo è il Parco Fort Bravo Studios. Qui si può passeggiare all’interno di una città western ed è attualmente ancora attivo come sede di produzioni cinematografiche.
Strade panoramiche d’Andalusia: verso Cabo de Gata
Dopo aver visitato Almería è il momento di salire in auto e iniziare il nostro viaggio. Dovete uscire dalla città sulla AL-12 in direzione aeroporto. Una volta superato lo scalo proseguite per circa 6 km e quindi, alla rotonda, imboccate l’uscita in direzione Cabo de Gata. Anche alla successiva rotonda uscite seguendo la stessa indicazione, entrando nella AL-3115.
Vi troverete subito immersi nel mezzo di uno sconfinato pianoro desertico, dominato da bassi arbusti e disseminato di grandi piante di agave. Il mare è a pochi chilometri, ma da qui non è ancora visibile.
Vedrete le indicazioni per il Centro de visitantes Las Amoladeras. È un piccolo museo che illustra la storia di questi territori, conservando anche alcuni reperti interessanti.
Arrivati a Rambla de Morales inizierete ad incontrare le prime serre, mantenendovi sulla AL-3115 verso Cabo de Gata. Dopo aver superato Pujaire proseguite dritti e la strada vi porterà nel centro del piccolo abitato di San Miguel de Cabo de Gata.
Uscite dal paese mantenendovi lungo la costa e inizierete così a vedere la lunga spiaggia desolata che delimita questo tratto di costa: Play las Salinas. Presto inizierete a vedere anche lo specchio d’acqua che si trova alla vostra sinistra, le Saline di Cabo de Gata, appunto. L’impianto è ancora in funzione e dalla strada potrete vedere alti e bianchissimi cumuli di sale che si asciugano al sole.
Molto suggestiva è anche la piccol a chiesetta Chiesa De La Almadraba de Monteleva che sorge isolata nel mezzo della spiaggia e spicca grazie al suo alto campanile appuntito.
La strada costiera
Superata la punta meridionale della salina la spiaggia si assottiglia rapidamente ed è presto sopraffatta dalla scogliera che inizia ad alzarsi lungo la costa, sempre più ripida e imponente.
Poco dopo troverete una breve strada sterrata sulla destra che scende verso il mare e porta alla Esclusas de las Salinas del Cabo de Gata. Si tratta di una serie di piscine artificiali che si trovano a pochi metri sul livello del mare. Sono state costruite per raccogliere l’acqua del mare con delle pompe e poi farla defluire, grazie alla forza di gravità, verso la salina che dista poco più di un chilometro.
Seguendo il profilo della costa la strada arriva poco dopo a Cabo de Gata. Qui troverete ampi parcheggi, un ristorante (Restaurante El Faro) e l’omonimo faro, posto su un piccolo promontorio affacciato sul mare.

La costa in questo punto è molto bella e i punti panoramici dove affacciarsi sono molti. Fate una passeggiata nei dintorni del faro per scoprire le viste migliori e per avventurarvi nelle piccolissime calette che si trovano da queste parti. Sarà difficile resistere alla tentazione di fare un bagno.
Cabo de Gata è un importante riferimento geografico. Infatti, la linea che congiunge questo promontorio con Cabo Fegalo, in Algeria, rappresenta il confine che separa il Mare di Alborán dal Mar Mediterraneo. Proprio così, la maggior parte della costa andalusa non è nel Mediterraneo, come si potrebbe credere, ma bensì in questo ampio triangolo di mare, un tempo noto come Mare Iberico.
Non si tratta di una separazione puramente formale. Il Mare di Alborán ha delle caratteristiche fisiche peculiari che lo distinguono dal Mediterraneo. Prima fra tutte la temperatura dell’acqua, che nel Mare di Alborán è decisamente bassa. Se avete fatto il bagno nei dintorni di Malaga o più a sud vi sarete resi conto di quante gelide siano queste acque. La spiegazione è che l’acqua dell’oceano che entra dallo Stretto di Gibilterra va verso il fondo del mare sollevando le acque profonde, fredde, che vengono così spinte verso la superficie, lungo la costa, proprio dove si trovano i poveri bagnanti. Un’acqua fredda che influenza anche il clima locale, mitigando le temperature. Infatti, le zone più «roventi» dell’Andalusia sono nel suo interno, in particolare le città di Córdoba e Siviglia.
Dove nascono gli pneumatici Michelin
Proseguendo lungo la costa la strada si fa tortuosa, stretta tra brulle montagne e ripide scogliere. A breve distanza l’una dall’altra, troverete molte stradine che portano alle calette della zona, tutte molto belle e abbastanza facilmente raggiungibili. Purtroppo, poco dopo la strada si interrompe e quindi non ci resta che tornare sui nostri passi, verso le saline.
Procedete a ritroso fino a Rambla de Morales e qui girate a destra in direzione Ruescas/San José, imboccando la AL-3201.
Dopo alcuni chilometri passerete difronte all’ingresso di un centro prove Michelin. Un enorme impianto costituito da una serie di tracciati automobilistici che si estende su una vasta superficie proprio alle spalle delle saline. È uno dei centri di sviluppo più importanti e più grandi del mondo della casa di pneumatici ed è qui che vengono sviluppate le gomme destinate poi alla produzione e alla commercializzazione. In particolare, su questi tracciati si provano gli pneumatici destinati alle macchine da cantiere e per l’agricoltura. Sono quindi pneumatici solitamente giganteschi, che vengono messi a dura prova sui vari percorsi disegnati all’interno dell’impianto.
Strade panoramiche d’Andalusia: tra spiagge e pueblos
Alla rotonda successiva seguite le indicazioni per San José/Rodalquilar e dopo circa 5 km arriverete a Pozo de los Frailes (Il pozzo dei frati). È un piccolo paesino, con chiare note di influenza araba, dove al centro spicca un antico pozzo: la Noria de sangre, la ruota di sangue. Costruito nel XX secolo, il meccanismo che pompava l’acqua funzionava grazie a due grandi ingranaggi in legno, alimentati dal movimento rotatorio di un animale legato ad uno di essi.
Poco più a sud del centro abitato vedrete sulla destra un’altra immagine iconica di questo territorio, un antico mulino a vento. Restaurato mantenendo il suo stile mediterraneo, è composto da una classica torre cilindrica dal tetto conico.
Anche in questo punto dobbiamo tornare sui nostri passi per qualche chilometro per ritornare a percorrere la AL-4200 in direzione nord, seguendo le indicazioni per Los Escullos/La Isleta.
Dopo circa 5 km si torna a rivedere il mare, proprio dove la costa si fa più bassa e si apre un’ampia spiaggia sabbiosa: Playa del Arco. Oltre che rappresentare un’ottima opportunità per un bagno, dalla riva del mare si può ammirare una bella veduta della costa, dove sulla destra spicca il profilo del Cerro del Fraile.
Proseguite lungo la strada principale e dopo meno di due chilometri girate a destra seguendo le indicazioni per La Isleta. Dopo poche centinaia di metri arriverete in un tipico paesino marinaro, costruito su uno sperone roccioso che si inoltra nel mare.
Un paese sugli scogli
Fare due passi tra le vie del paese, con i suoi muri imbiancati a calce, regala splendidi scorci panoramici sulla costa, con viste da differenti prospettive.
Il paese è attorniato da basse scogliere, mentre sulla punta del promontorio svettano due piccoli rilievi rocciosi: l’ultimo è chiamato Isleta del Moro. Sul versante nord del promontorio si trova anche una piccola spiaggetta.
Alla base della piccola penisola, nella sua parte più meridionale troverete una terrazza affacciata sul mare che funge da vero e proprio belvedere sul mare e sulla costa circostante.
Anche se il paese è molto piccolo vi troverete diversi bar e ristoranti, del resto la vocazione turistica del luogo ne ha favorito lo sviluppo. Tra loro vi segnalo il Restaurante La Ola che oltre alle specialità locali vi permetterà di sedere all’aperto, proprio sopra le scogliere.

Subito a nord del paese si trova la Playa del Peñón Blanco una lunga spiaggia che deve il suo nome da una grande roccia bianca che spunta dalla sabbia.
Da La Isleta riprendete la AL-4200 e proseguite verso nord. Incontrerete vari parcheggi dove lasciare l’auto per poter poi scendere sulle calette che si alternano tra le scogliere. Troverete anche un altro mirador: il Mirador de La Amatista, che vi offrirà altre fantastiche vedute della costa.
Proprio da questa terrazza la strada inizia ad allontanarsi dal mare e torna ad addentrarsi in un territorio arido fino ad arrivare a Rodalquilar.
Mantenetevi sulla AL-4200 fino alla sua confluenza con la AL-3106, qui girate a sinistra e proseguite per circa 7 km, fino ad arrivare a Fernán Pérez. Appena arrivati nell’abitato girate a destra, seguendo le indicazioni per Agua Amarga. Fate attenzione perché il cartello non è molto grande.
Strade panoramiche d’Andalusia: il Parco Naturale Cabo de Gata
Questa strada secondaria, piuttosto stretta, vi condurrà all’interno di una enorme pianura desertica, segnata qua e là dal biancore di qualche enorme serra. Mantenetevi sulla strada principale fino a quando non arriverete ad uno stop (a circa 10 km da Fernán Pérez). Qui girate a destra, puntando nuovamente verso il mare, imboccando la AL-5106.
Dopo circa 5 km arriverete ad Agua Amarga (acqua amara), un piccolo pueblo blanco che ha la fortuna di affacciarsi su un’ampia spiaggia, incastonata lungo la costa del Parco Naturale Cabo de Gata.
Un tempo era un classico paese marinaro, dove gli abitanti erano in prevalenza pescatori, ma ora il turismo ha preso il sopravvento e le barche da pesca hanno lasciato il posto agli ombrelloni.
Oltre che sdraiarvi al sole, potete fare due passi tra le vie del centro, dove il biancore dei muri viene di tanto in tanto interrotto da enormi macchie di colore fucsia delle bouganville.
Se trovate la spiaggia del paese troppo affollata, e volete fare il bagno in una caletta più riservata, potete avventurarvi a piedi lungo un viottolo che conduce a Cala Enmedio. Per raggiungerla servono circa 30 minuti, ma la passeggiata lungo le scogliere è molto suggestiva e il tempo passa rapidamente.
Le torri di avvistamento
Lasciando Agua Amarga in direzione Carboneras troviamo altre due brevi ma interessanti deviazioni. A circa 3 km dal paese vedrete un ampio parcheggio e le indicazioni per il Faro. Imboccando questa stretta stradina punterete dritti verso il mare e una volta aggirata una piccola collina giungerete nel parcheggio del Faro de la Mesa Roldán, inaugurato nel 1863.
Dopo aver dato uno sguardo al panorama fate circa 150 metri a piedi, fino a raggiungere il Torreón De Mesa Roldán.

Questa torre sembra fosse già presente nel 1497 e sembra aver subito numerosi attacchi dei pirati. Più volte rimaneggiata nel corso degli anni, conserva ancora il suo fascino legato alla maestosità delle sue mura, ma soprattutto alla splendida posizione in cui sorge.
Tornando al parcheggio, potete lasciare l’auto e scendere a piedi alla Playa de los Muertos. Anche se il nome non è molto invitante, è considerata non solo una delle più belle spiagge di questo tratto di costa, ma dell’intera Spagna. È lunga quasi un chilometro e l’acqua che la bagna è azzurra e cristallina, incastonata in un ambiente naturale selvaggio e incontaminato. Per raggiungerla troverete due sentieri: uno più lungo, per una passeggiata comoda, e uno più breve, ma molto più ripido.
Strade panoramiche d’Andalusia: Carboneras
Lasciato il parcheggio proseguite lungo la strada e dopo pochi chilometri arriverete a Carboneras, il cui nome riecheggia al passato industriale di questa zona. Ai tempi in cui l’estrazione del carbone era l’attività economica principale, nonché la ragione stessa per cui questa città è sorta e si è sviluppata.
Anche questo paese, con le case bianche, le palme sul mare, incorniciato da basse colline, ha un’aria decisamente esotica.
Non perdetevi la visita al Castello di Sant’Andrea, sorto a difesa del nucleo originario della città nel 1500, per volere del Marchese del Carpio, feudatario di Re Felipe II.
Costruito su una pianta quadrata il castello in origine aveva tre torri per ogni angolo, due delle quali si possono osservare ancor oggi. Possedeva inoltre una quarta torre quadrangolare a tre piani.
Dopo gli aspetti culturali, potete approfondire quelli gastronomici in uno dei molti ristoranti presenti in città, ovviamente a base di pesce. Tra i molti vi segnalo Ajo y Guindilla (aglio e peperoncino) che trovate non lontano del mare, nel Camino Viejo de Garrucha, e il Restaurante El Cabo (Paseo Marítimo, 67).
Dopo aver pranzato potete sonnecchiare nella spiaggia del paese oppure recarvi uno degli altri arenili presenti lungo la costa, come quello di Las Marinicas, Los Cocones e El Arcón.
Anche Carboneras potrà suonare familiare agli appassionati di cinematografia, perché proprio qui furono girate alcune scene del film Lawrence d’Arabia. A testimonianza di questo evento troverete nei pressi del Castello di Sant’Andrea, posta su una piccola terrazza, una statua in bronzo dedicata a questo personaggio.
Strade panoramiche d’Andalusia: antichi torrioni e riferimenti hippies
Lasciamo Carboneras lungo la AL-5107, proseguendo in direzione nord, mantenendoci lungo la costa. Dopo qualche chilometro è possibile fare un’altra tappa imboccando la breve stradina sterrata che trovate sulla destra. Dopo aver lascito la macchina potete seguire alcuni sentieri che portano fin sulla riva del mare. Raggiungerete così la Torre del Rayo, un’antica torre di avvistamento, perfettamente restaurata, parte della linea difensiva della costa. Se venivano avvistate navi nemiche i soldati di guardia accendevano un falò per segnalare il pericolo imminente al paese vicino.
Nei pressi della torre si trova anche un altro curioso monumento, decisamente meno antico: una sorta di tempio costruito dagli hippies, proprio lungo la spiaggia. Non aspettatevi nulla di maestoso. Si tratta semplicemente di un insieme «artistico» di sassi impilati e pezzi di legno dipinti.
La strada rimane per alcuni chilometri vicina alla costa, per poi salire sulle pendici di una piccola collina, diventando via via più ripida e disegnando alcuni tornanti. Alzandosi rapidamente di quota regala dei panorami mozzafiato sul Mediterraneo che potete ammirare in tutta calma, parcheggiando nei piazzali disponibili a lato della strada.

Dopo essere tornata pianeggiante, la strada inizia ad allontanarsi dal mare, fino a raggiungere il piccolo abitato di Sopalmo.
Da qui la strada inizia una lenta discesa verso la costa fino a raggiungerla nei pressi di Playa el Sombrerico. Proprio in questo punto potrete ammirare un altro antico torrione, molto simile per la sua forma al Torreón De Mesa Roldán: la torre di Macenas.
Proseguendo a piedi verso sud, lungo la costa, per circa un chilometro, si arriva ad un’altra torre di avvistamento: la torre del Pirulico. È particolarmente suggestiva, perché costruita su uno sperone roccioso che si inoltra nel mare, mentre a lato si trova un piccolo arco naturale di roccia, scavato dalle onde del mare.
Un’enclave araba in riva al mare: Mojacar
Proseguendo lungo la AL-5107, poco più a nord si entra nella cittadina costiera di Ventanicas-el Cantal, dominata da una lunga e ampia spiaggia. Mantenetevi sulla litoranea per altri 3,5 km circa e alla rotonda seguite le indicazioni per Mojacar (pueblo). Dopo circa 3 km arriverete nel centro di questo splendido paesino andaluso.
Mojacar merita probabilmente una visita di più giorni, per poter visitare i suoi riferimenti storici, perdersi nelle sue viuzze e per cercare la spiaggia ideale tra le molte disponibili lungo la costa, alcune davvero spettacolari per il colore dell’acqua.
In paese fate una passeggiata lungo la bella Piazza Parterre, delimitata da suggestivi archi arabeggianti, che si crede fosse un’antica necropoli mussulmana.
A lato si trova la chiesa di Santa Maria, risalente al XVI secolo, costruita dove un tempo sorgeva una moschea. Non vedrete una tipica chiesa spagnola, ma un austero edifico dalle linee squadrate che ricorda piuttosto una fortezza. Anche l’interno è altrettanto semplice e ricorda le chiese coloniali. Tutto imbiancato in modo uniforme, vede la sua navata principale divisa da pochi archi, mentre sul fondo spicca il piccolo altare e alle sue spalle un ampio affresco colorato.

Potete poi proseguire verso nord fino alla Plaza Nueva, una splendida terrazza affacciata sul paese, sulla vallata sottostante e su Mojácar la Vieja, l’insediamento originario di questa città.
Strade panoramiche d’Andalusia: si chiude in bellezza
Uscendo dal paese, andando verso il mare, troverete la fonte pubblica, nota anche come la Fuente Mora. Detta anche Delle 13 canne, per via del numero di rubinetti che la compongono. È costruita in marmo bianco ed è chiaramente di origine araba. Con il passare degli anni è stata via via modificata, così l’aspetto odierno, ornata com’è da vasi di gerani, fa perdere il suo sapore orientale originario.
Non lontano dalla fonte si trova il quartiere di Arrabal, un antico quartiere ebraico cui si accede attraversando la porta della città, caratterizzato da strade strette e tortuose.
Per una meritata pausa potete trovare alcuni ristoranti nel centro del paese, ma avrete certamente una maggiore scelta se tornate verso la spiaggia di Mojacar. Tra questi vi segnalo il Restaurante Neptuno Mojacar, situato direttamente sulla spiaggia, verso nord, e il Restaurante Cabo Norte (C. Piedra Villazar, 1).

Per concludere in bellezza, non resta che fare riposino e bagno in una delle molte splendide spiagge disponibili in zona.
Per maggiori informazioni su Mojacar visitate il sito web della cittadina.
Leggete anche altri itinerari che vi ho proposto in Andalusia, per visitare antiche città romane, i pueblos blancos dell’interno o i castelli moreschi più nascosti.
Per trarre ispirazioni per i vostri prossimi viaggi, potete dare uno sguardo anche ai libri che ho pubblicato e suggeriscono itinerari dettagliati, da percorrere in auto, sulle strade dell’America Latina e dell’Alaska.
Franco Folino