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Utah in auto: un itinerario lungo le rive del fiume Colorado

Anche se vi sto proponendo una serie di articoli dedicati alla California, non resisto alla tentazione di portarvi altrove, in una delle strade più belle degli Stati Uniti. Questo itinerario è ambientato nello Utah e segue una parte del corso del fiume Colorado, proprio all’interno di una stretta valle creata dall’erosione delle sue acque.

Il percorso che vorrei proporvi è breve, meno di 50 miglia (circa 75 km), ma vi porterà in un ambiente naturale che certamente vi emozionerà, in tipico stile western. Immaginate alti pinnacoli di roccia rossa immersi in un territorio desertico, punteggiato solo da pochi arbusti che creano macchie di colore verde. Il tutto attraversato da un fiume serpeggiante dalle acque limacciose, a volte turbolente.

Autonoleggio e Hotel

Per visitare lo Utah il punto di arrivo è solitamente Salt Lake City. Qui potete trovare tutte le principali compagnie di autonoleggio.

Se volete avere sottomano una semplice e rapida guida che vi permette di affrontare il noleggio di un’auto senza il timore di fare errori ed evitando sgraditi imprevisti, leggete il nostro breve articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese“.

Per la scelta degli alberghi dove soggiornare, che al di fuori della cittadina di Moab non sono molti, potete fare qualche ricerca nel sito web di Holidu, un motore che vi propone Hotel e anche case vacanza.

I parchi dello Utah

Ci troviamo nello Utah, quello che a mio parere è lo stato più bello degli Stati Uniti. Qui trovate cinque parchi nazionali spettacolari: Zion, Brice Canyon, Arches, Canyonlands e Capitol Reef. Attorno a questi punti di riferimento il territorio è ovunque magnifico e il viaggio lungo le sue strade regala continue sorprese.

Vi parlerò in dettaglio di ciascuno di questi cinque parchi, tutti imperdibili, per aiutarvi a programmare al meglio il vostro viaggio. Per il momento però iniziamo a familiarizzare con questo stato, percorrendo una strada, la 128, che si trova nella parte centro-orientale dello Utah.

Il nostro punto di riferimento di partenza è Cisco, un abitato di poche case nei pressi della Highway 70, una interstatale che attraversa il paese da est verso ovest, dalla Carolina del Nord all’Arizona.

Da Cisco dovete procedere in direzione ovest per circa 2,5 miglia, seguendo questa strada perfettamente rettilinea che attraversa una sterminata prateria. Al bivio dovete quindi imboccare la 128 in direzione «West», puntando dritti verso i rilievi montuosi che si intravedono in lontananza.

Utah in auto: lungo il fiume Colorado

Dovete guidare per circa 8 miglia lungo questa strada immersa in un territorio piatto e desolato, animata da poche larghe curve, e arriverete a congiungervi con il fiume Colorado. Questo mitico corso d’acqua, lungo oltre 2.000 km, nasce dal lago La Poudre Pass, nel cuore delle Montagne Rocciose, e sfocia in Messico, nel golfo della California.

Utah in auto

Nel corso di milioni di anni il fiume Colorado ha eroso le rocce che si trovavano lungo il suo cammino, formando numerosi canyon spettacolari. Il più famoso è certamente il Grand Canyon, che si trova in Arizona, ma anche nello Utah si trovano delle vallate scavate dal Colorado che certamente meritano una visita. Tra queste vi sono il Glenn Canyon, il White Canyon e una parte del vastissimo parco di Canyonlands.

Anche a est di Canyonlands il Colorado ha creato una stretta vallata, scavando con facilità le friabili rocce rossastre di arenaria. Ed è in questo piccolo canyon che si infila ora la nostra strada.

Inizialmente vi troverete nella parte superiore della valle e quindi il fiume non vi comparirà subito. Dopo qualche curva però la strada inizia a scendere leggermente e vi troverete quasi improvvisamente a costeggiare le irruenti acque del Colorado River.

La discesa è breve, perché in questa parte del percorso il canyon non è particolarmente profondo, ma proseguendo nel nostro cammino le pareti di roccia che delimitano il fondovalle si faranno via via sempre più alte. Anche il loro colore cambierà rapidamente, diventando sempre più rosso acceso.

Utah in auto: archi di roccia e falesie di arenaria rossa

Stretta tra il fiume e le pareti rocciose la strada compie un’ampia curva verso destra ed entra in un territorio agricolo verdeggiante, merito della disponibilità d’acqua offerta dal fiume. Ancora poche miglia e vi troverete ad attraversare il Colorado sul ponte di Dewery. Guardando verso sinistra vedrete quanto rimane del vecchio ponte a sospensione che attraversava il fiume poco più a est. 

Se imboccate la strada sterrata che si trova prima del ponte, potete fare una prima breve deviazione per andare a vedere quel che resta di un arco di roccia: l’Arrowhead Arch. La sua parte superiore è crollata nel 2010 e certo non è gran cosa, ma vi aiuterà ad ambientarvi con queste formazioni rocciose, prima di visitare lo splendido parco di Arches. Dal ponte all’arco ci sono circa 2,8 miglia e a queste si aggiungono circa 500 metri da percorrere a piedi.

Superato il ponte di Dewery si passa sulla riva sinistra del Colorado e dopo aver percorso poche miglia vi troverete immersi in uno stretto canyon dalle alte pareti rossastre, a poche decine di metri dal fiume.

Viaggerete a stretto contatto con queste pareti di roccia e ne percepirete la fragilità. Rocce tanto suggestive per il loro colore quanto fragili. Se osservate la base di queste pareti vedrete un accumulo di detriti di roccia, un segno evidente di come siano state erose non solo dal basso, dalle acque del fiume, ma anche dall’alto, da elementi atmosferici come pioggia e vento, pur non molto frequenti in questa regione.

È un’immagine che ricorda molto da vicino i pinnacoli di Monument Valley, anch’essi dal colore rosso e anch’essi erosi implacabilmente nel corso dei millenni passati. Del resto, si trova solo 200 km circa più a sud.

Trekking tra le Fisher Towers

Dopo aver attraversato tratti particolarmente stretti del canyon la valle sembra aprirsi, lasciando più spazio alla strada e al fiume. A circa 9 miglia dal ponte di Dewery preparatevi per un’altra deviazione che vi porterà a camminare proprio nel mezzo di queste alte falesie rossastre. Si, avete capito bene, camminare. È il momento di lasciare l’auto e fare un po’ di strada a piedi. Nulla di faticoso. Spero abbaiate portato con voi le scarpe adatte.

Dovete imboccare la strada sterrata sulla sinistra contrassegnata da un piccolo cartello con la scritta «Fisher Towers». Proseguite per poco più di 2 miglia e arriverete al parcheggio del sito, da dove è già visibile il picco più alto delle Fisher Towers: il Titan (circa 270 metri di altezza). Da qui inizia un sentiero molto ben tracciato che vi porterà tra alti pinnacoli e stretti canyon.

Utah in auto
Verso le Fisher Towers

A poco più di un chilometro arriverete in un primo punto panoramico, a sud di Ancient Art. Il sentiero contorna poi un canyon e raggiunge la base della parete nord della Cottontail Tower per poi raggiungere l’affilata cresta ovest di questo picco.

Superato questo punto si può scendere una breve scala di metallo per immergersi in un altro canyon che gira attorno al Titan. Dopo altri 3 km circa il sentiero inizia ad allontanarsi dal Titan e sale su un’alta cresta da cui si può godere uno splendido panorama sulle Fisher Towers e sul Colorado River Canyon.

Il percorso termina dopo circa complessive 2,6 miglia (circa 4 km; 8 km circa per andata e ritorno), dopo aver seguito un’ampia cresta di arenaria, con viste favolose sull’Onion Creek Canyon.

Scorta d’acqua e cappello a falde larghe

Le numerose guglie che vedete sono quanto rimane di alte rocce erose nel tempo, composte da arenaria Cutler rosso scuro, sormontata da arenaria Moenkopi più dura e dal colore più chiaro.

Se guardate con attenzione le pareti rocciose ai lati del sentiero vi potrà capitare di vedere qualche scalatore che si avventura su queste superfici lisce. A seconda del periodo dell’anno in cui viaggiate potrete incontrare molti altri escursionisti, oppure di trovarvi totalmente soli nel mezzo di questo emozionante ambiente naturale. Io mi sono trovato proprio in questa situazione e vi assicuro che pur trovandomi a pochi chilometri dalla strada principale, mi pareva di avventurarmi in un territorio selvaggio e inesplorato. Ero combattuto tra sensazioni di entusiasmo, per la bellezza di questi luoghi, e di apprensione, per la sensazione di essere in un territorio selvaggio, popolato da animali selvatici e potenzialmente pericolosi, come i leoni di montagna o i serpenti.

Nella stagione calda partite con una buona scorta d’acqua e cappello a falde larghe, meglio nelle ore meno assolate. Verso sera avrete inoltre il piacere di vedere i colori del tramonto che infiamma ancor più le rocce rossastre del canyon. Il percorso è in salita all’andata (dislivello di circa 200 metri), non eccessivamente impegnativo, mentre il ritorno è di tutto riposo, in discesa. Prendetevi comunque abbastanza tempo per camminare con calma e godervi i molti scorci panoramici che si aprono lungo il sentiero, almeno 2-3 ore.

Utah in auto: Castle Valley e i pinnacoli rossi

Tornati sulla 128 procedete in direzione ovest e mantenete lo sguardo sulla vostra sinistra. Nel mezzo di un panorama che ricorda sempre più da vicino la Monument Valley vedrete uno stretto pinnacolo che si distingue per il suo esile profilo: è la Castle Rock, affacciata sull’omonima vallata. È una roccia così alta e assottigliata che ci si chiede come possa rimanere ancora in piedi.

Utah in auto

Potete percorrere per qualche miglio la Castle Valley seguendo la strada che si apre sulla sinistra, con le indicazioni per La Sal Loop Road. Oltre ad avvicinarvi ai pinnacoli di arenaria potrete ammirare sullo sfondo della valle, proprio difronte a voi, le La Sal Mountains, una catena posta all’interno della Foresta nazionale Manti-La Sal e delle Montagne Rocciose meridionali. Un’altra bellissima zona di visitare. Il monte più alto è il Monte Peale, la cui cima, spesso innevata, raggiunge i 3.877 metri di quota.

La La Sal Mountain Loop Road è un percorso di 60 miglia (qui potete scaricare una brochure con i dettagli del percorso) che, dopo aver attraversato parte delle La Sal Mountains, sbocca sulla 191 per riportarvi verso Moab. La strada è stretta e tortuosa, quindi è permessa alle autovetture, ma sconsigliata ai grandi camper.

Lodge e campeggi sul fiume

Torniamo sul nostro itinerario principale, sulla 128 e proseguiamo verso ovest. A breve distanza troverete il Red Cliff Lodge, un albergo che mi sento di consigliarvi per trascorrere una notte immersi in questo bellissimo ambiente naturale. Ammetto che non è molto economico, ma offre camere e piccoli appartamenti che si affacciano a pochi metri dal Colorado. Potete sorseggiare un caffè sulla vostra terrazza, mentre il cielo rosso del tramonto incendia i colori delle rocce circostanti. Quando il cielo si fa scuro lo spettacolo è quello delle stelle, sterminate, con una Via Lattea così ben delineata che toglie il respiro.

Per una sistemazione più economica potete percorrere ancora qualche miglio e arriverete alla Big Bend Recreation Area. Qui avrete la possibilità di campeggiare lungo il fiume Colorado, approfittando delle spiaggette che si trovano in questa zona.

Il fiume in questo tratto si fa piuttosto «ruggente» e quindi avrete anche l’opportunità di avventurarvi sulle sue rapide a bordo di grandi gommoni (questo il link con una delle agenzie che organizzano escursioni avventurose sul Colorado)

Dopo circa 4,5 miglia ci aspetta un’ultima spettacolare deviazione, verso il Morning Glory Natural Bridge, un arco di roccia posto nel fondo di una stretta valle.

Un altro sentiero: verso il Morning Glory Natural Bridge

Troverete un piccolo parcheggio sulla sinistra, contrassegnato dal cartello Grandstaff Trailhead. Qui dovrete lasciare la macchina e proseguire a piedi, avventurandovi in un territorio tipicamente «western». Seguendo le sinuosità di un piccolo ruscello che sfocia nel Colorado, vi troverete inizialmente tra boschi di salici. Il sentiero attraversa quindi il torrente e sale per una breve tratto in un canyon laterale portandovi nel mezzo di alte pareti di arenaria rossa. 

Utah in auto
Il Morning Glory Natural Bridge (Axcordion at English Wikipedia)

A circa mezzo miglio dal ponte sul torrente arriverete al Morning Glory Natural Bridge, nel mezzo di uno spettacolare anfiteatro roccioso. È la sesta campata di roccia naturale più lunga degli Stati Uniti (circa 74 metri), ma potete passarci sotto in tutta tranquillità, è perfettamente solido.

Toxicodendron rydbergii. Dave Powell, USDA Forest Service, Bugwood.org, CCA 3.0 License

Il Grandstaff Trail, la cui lunghezza andata e ritorno è di circa 6,4 km, prende il nome da un cercatore afroamericano di nome William Granstaff che pascolava qui il bestiame alla fine del XIX secolo.

Qui, come anche nel Parco Nazionale Arches, i ranger raccomandano di fare attenzione all’edera velenosa (nome scientifico Toxicodendron rydbergii) che si trova nella bassa vegetazione dei canyon. Non assomiglia per nulla all’edera che conosciamo comunemente, ma se la toccate con la cute può produrvi dermatiti, che possono essere anche gravi nelle persone sensibili. Per poterla riconoscere, trovate le foto di questa pianta nei pannelli informativi all’inizio dei sentieri e qui a lato.

Utah in auto: l’arrivo a Moab

Dopo circa 3 miglia la 128 sbocca nella 191 e da qui altre due miglia circa vi porteranno nel centro di Moab, la «capitale» spirituale di questa regione e centro strategico per chi vuole visitare quest’area dello Utah.

Qui, dove si conclude il nostro itinerario potrete trovare hotel, ristoranti, negozi e bar di ogni tipo. Per informazioni sulla città e i suoi dintorni potete visitare questo sito web dedicato.

Prima di lasciarvi un’ultima raccomandazione, prenotate per tempo il vostro soggiorno a Moab. Questa cittadina è molto vivace e qui vengono organizzati numerosi eventi, in particolare per gli appassionati di motori. Nel corso dell’anno si svolgono raduni di motociclisti, di ciclisti, di appassionati di 4×4 (questa zona è considerata un paradiso per il fuoristradista), festival musicali e fiere di artigianato locale. Quindi gli alberghi, anche se sono molti, saturano la loro disponibilità molto rapidamente. Le alternative sono due: prenotare con largo anticipo o cambiare il periodo del viaggio. Sappiate che al di fori di Moab, in quest’area, non esistono molti centri abitati dotati di strutture alberghiere. Ve lo dice uno che ha dovuto fare più di 200 km, fino in Colorado, per trovare alloggio, a causa di un raduno di Harley Davidson.

Se vi servono ispirazioni per i vostri prossimi viaggi, potete dare uno sguardo ai libri che ho pubblicato e suggeriscono itinerari dettagliati, da percorrere in auto, sulle strade dell’America Latina e dell’Alaska.

Franco Folino

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