
Quando si pensa all’Alaska vengono alla mente ghiacciai sconfinati, montagne inaccessibili, ma soprattutto quell’atmosfera di paese ai confini del mondo, ricco di fascino e mistero. In realtà l’Alaska è tutto questo e molto di più.
È un paese dalle mille sorprese che offre al viaggiatore un contatto con la natura davvero autentico, in uno sconfinato territorio selvaggio, tutto da esplorare e scoprire.
Il grado di avventura che si vuole vivere è a vostra scelta. Potete seguire le principali vie di collegamento stradale, seduti comodamente sulla vostra auto, oppure avventurarvi in uno dei molti sentieri che si snodano tra foreste, montagne e altipiani, in assoluta solitudine, o quasi. La solitudine è riferita al contatto con altri esseri umani, ma la vicinanza con gli animali e tutt’altra cosa. Anche in un territorio inospitale come quello dell’Alaska, dove freddo e neve dominano per molti mesi all’anno, la fauna è ricca e distribuita ovunque. Fare trekking quindi implica certamente qualche incontro con gli animali e ne risulta sempre la parte più emozionante.
Tra i molti animali presenti in questo lembo di Stati Uniti l’orso è quello più cercato dai viaggiatori. Non è sempre facile vederlo, ma affidandosi alle indicazioni dei differenti parchi distribuiti sul territorio si può seguire un preciso calendario che prevede, a seconda del periodo dell’anno, dove sono più numerosi.
Molti di voi avranno visto le immagini degli orsi seduti sui lati di una piccola cascata afferrare al volo i salmoni che risalgono la corrente. Bene, in questo, così come in altri luoghi simili dell’Alaska, gli orsi arrivano in precisi momenti dell’anno, quando si conclude il letargo, generalmente guidati dalla necessità di trovare cibo in abbondanza.
Il video qui sotto vi mostra solo alcune delle molte cose che potrete vedere seguendo l’itinerario che vogliamo proporvi.
On the road
Le strade percorribili in Alaska sono tutte in perfette condizioni, larghe e asfaltate. Poche e brevi sono le deviazioni da percorre su sterrato per deviare dalle direttrici principali, ma tutte portano attraverso un territorio splendido e incontaminato.
Tra le differenti possibilità a disposizione, vi vogliamo proporre qui un itinerario di viaggio da percorrere in auto che porta da Anchorage, la città più grande dell’Alaska (ma non la capitale, che è Juneau), fino a Valdez, una piccola cittadina di pescatori situata all’estremità di un fiordo. Un percorso di circa 300 miglia (483 km) che si dirige verso est, ai piedi del Parco nazionale di Wrangell-St. Elias. Uno sterminato territorio selvaggio che, come descrive il Servizio Parchi Nazionali, ha le stesse dimensioni del Parco Nazionale di Yellowstone, del Parco Nazionale di Yosemite e della Svizzera messi insieme, per un totale di 13,2 milioni di acri.
Viaggio in auto in Alaska: qualche consiglio pratico
Il clima in Alaska non lascia molta libertà di movimento. Salvo che vogliate recarvi a sciare su qualche montagna remota, da raggiungere con piccoli aerei attrezzati, dovrete aspettare la bella stagione per viaggiare nel paese senza problemi.
Il periodo più frequentato è luglio e agosto, ma i primi mesi dopo il disgelo primaverile, come maggio e giugno possono offrire libertà di movimento e splendidi paesaggi. Infatti, in questo periodo la neve è ancora ben presente sulle montagne, anche a quote relativamente basse, ma la temperatura è assolutamente gradevole, variando nei valori massimi tra i 13 e i 17 °C e nei valori minimi tra 4 e 9 °C. Del resto, visitare l’Alaska senza vedersi circondati da un po’ di neve è cosa che pare poco naturale.
Altri due vantaggi che derivano dal viaggiare in maggio e giugno sono quelli di trovare meno insetti e meno giorni di pioggia. Infatti, in Alaska i mesi più piovosi sono luglio agosto, settembre e ottobre.
Per dati storici sul clima in questo paese potete consultare il sito U.S. climate data.
Ci si muove su strade asfaltate, quindi potete scegliere l’auto con libertà, non servono 4 ruote motrici o assetti rialzati. Piuttosto rivolgetevi ad agenzie ben conosciute che forniscono auto in buone condizioni e senza troppi chilometri. Ricordatevi che in Alaska vanno tenute sempre accese le luci anabbaglianti.
Se volete avere sottomano una semplice e rapida guida che vi permette di affrontare il noleggio di un’auto senza il timore di fare errori e avere poi sgraditi imprevisti, leggete il nostro breve articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese“.
Per farvi guidare lungo il percorso potete utilizzare il navigatore del telefonino, oppure puntare su uno strumento dedicato.
Gli alberghi in Alaska non sono molti e quelli degni di tale nome sono pochissimi. In compenso sono tutti piuttosto costosi, spesso molto costosi rispetto agli standard europei. Vale quindi la regola di prenotare il prima possibile, perché gli alberghi con il miglior rapporto qualità/prezzo esauriscono molto rapidamente la loro disponibilità.
Per la scelta degli alberghi dove soggiornare, che fuori dai grandi centri abitati non sono molti, potete fare qualche ricerca nel sito web di Holidu, un motore che vi propone Hotel e anche case vacanza.
In viaggio
La base di partenza per il nostro viaggio in auto in Alaska è Anchorage, come dicevamo la città più grande dell’Alaska, che ospita circa 300.000 abitanti.
Qui non c’è molto da visitare, ma vi consiglio una passeggiata sul sentiero che corre lungo il margine orientale della costa, iniziando da Elderberry Park.
Tra i locali merita una visita la 49th State Brewing Co, sulla terza strada W, una birreria caratteristica, in stile moderno, dove si possono degustare differenti versioni di birra e un ricco menù. Da non perdere la terrazza sul tetto che offre una splendida vista sulla baia di Anchorage e, più in lontananza, sulla catena di vulcani che segnano la parte meridionale del Parco nazionale di Lake Clark.
Si esce dalla città percorrendo la sesta strada che presto si trasforma nella Highway 1, un largo nastro d’asfalto a sei corsie che punta dritto in direzione nord. La prima tappa è però vicina. Dopo circa 28 miglia si deve uscire allo svincolo di Thunderbird Falls dove ci aspetta una breve passeggiata all’interno dei boschi. A poca distanza si trova il parcheggio dove lasciare la macchina e pagare il biglietto di ingresso al sentiero. La tariffa è indicata nel tabellone e i soldi vanno posti in un’apposita busta e infilati nella corrispondente cassetta.
Il sentiero è molto facile da percorrere, quasi completamente pianeggiante, e nella parte finale corre su un tavolato leggermente sopraelevato rispetto al suolo. A poco più di un chilometro dal parcheggio si raggiunge una piattaforma in legno da dove si vedono piccole cascate immerse in una fitta foresta: le Thunderbird Falls. Un ramo del sentiero, lungo appeno 300 metri, consente di scendere fino al piccolo torrente che viene alimentato dalle cascate e si insinua tra le rocce circostanti.
È un breve percorso, immerso in un tipico territorio montano, ma è utile per sgranchirsi un po’ le gambe e iniziare a familiarizzare con l’ambiente naturale dell’Alaska.
Viaggio in auto in Alaska: la Old Glenn Highway
Tornati sulla Highway 1 bisogna proseguire per altre 4 miglia circa (6,4 km) e imboccare quindi la Old Glenn Highway, chiaramente indicata dai cartelli stradali. È un’alternativa alla più monotona Hwy 1 che corre su un fondovalle, delimitata da pini e betulle. Dopo qualche chilometro si avvicina e costeggia il Knik River fino a quando lo attraversa su un ponte lungo e stretto, affiancato a quello della ferrovia.
Poco dopo aver attraversato il fiume si incontra il piccolo centro abitato di Butte. Qui se avete voglia di fare ancora qualche passo a piedi, si trova un breve sentiero che porta alla sommità di una collina, da dove si può ammirare un bel panorama dei dintorni. Per arrivare al parcheggio del sentiero dovete girare a sinistra all’incrocio principale di Butte, posto a circa 2,7 miglia dal ponte sul Knik, e percorrere circa mezzo miglio in direzione ovest.
A circa cinque miglia da Butte la strada attraversa un altro fiume: il Matanuska. Da qui va percorso ancora un miglio e mezzo e ci si riconnette con la Hwy 1 da imboccare in direzione nord.
La Glenn Highway corre su un ampio fondovalle tra i Monti Chugach, seguendo il decorso del Matanuska, un fiume che raccoglie le acque derivate dallo scioglimento di ghiacciai e nevai posti ai suoi lati. La portata di questo corso d’acqua, che spesso si ramifica in un intreccio di piccoli affluenti, è quindi molto variabile a seconda delle stagioni.
In realtà il fiume sparisce spesso dalla vista, coperto dalle file di alberi che costeggiano la carreggiata.

La strada è tutta asfaltata e sempre in perfette condizioni. Ha prevalentemente due corsie, che solo in alcuni tratti raddoppiano, ma il traffico non è mai eccessivo. Solo nei fine settimana si anima un po’ per le gite fuori città degli abitanti di Anchorage. Un’abitudine consueta è campeggiare sulle rive del Matanuska e dedicarsi al fuoristrada, con auto e buggy appositamente preparate, tra ghiaioni e piste tra gli alberi.
Di tanto in tanto la strada si infila in stretti passaggi rocciosi che sembrano creati dall’erosione delle acque del fiume, ma in realtà le montagne poste ai lati della valle restano sempre piuttosto lontane dalla strada.
A circa 37 miglia da Palmer si raggiunge il Long Lake, un lago stretto e lungo posto proprio ai lati della strada. A pochi chilometri di distanza segue un altro piccolo bacino il Wiener Lake.
In alcuni tratti la strada si alza dal fondovalle regalando ampie vedute sul paesaggio circostante, dominato dalle due file di montagne che fanno da cornice. A volte lo scenario pare davvero sconfinato, con il grande fiume che scorre in un ambiente selvaggio, tra foreste e praterie, circondato da alte cime innevate. Se capitate da queste parti in giornate non troppo nuvolose queste viste spazieranno per decine di chilometri intorno a voi con panorami spettacolari che vi trasmetteranno un gran senso di libertà e pace.
Più ci si muove verso nord, più aumentano le cime innevate e i ghiacciai, in particolare sul lato ovest della valle, dove le montagne sono più alte e la neve è presente quasi tutto l’anno.
Il ghiacciaio Matanuska
A circa 54 miglia da Palmer si trova una deviazione imperdibile, quella che porta al ghiacciaio Matanuska. Va infilata la strada sterrata sulla destra, seguendo il piccolo cartello che indica Glacier Park. Si percorre poco meno di un miglio e si arriva alla biglietteria, situata in una grande casa, dove si trovano anche souvenir e qualche spuntino. A sud del ghiacciaio si trova la Matanuska Glacier State Recreation Area, per informazioni su questo parco, dove è possibile campeggiare, potete visitare il sito web dedicato.
Dalla biglietteria si devono percorrenze in auto ancora poco meno di due miglia per arrivare al parcheggio del ghiacciaio. Da qui si può procedere a piedi e avventurarsi a camminare sulla superficie di questo maestoso fiume di ghiaccio che origina a oltre 40 km di distanza, sul Marcus Baker. Questa cima, con i suoi 4.016 metri di altezza è la più elevata dei Monti Chugach.
Il sentiero corre sostanzialmente su una parte del fiume, in un terreno melmoso o ghiaioso. Per questo, in alcuni tratti i passaggi più fangosi si superano grazie a strette passerelle in acciaio.
Il fronte del ghiacciaio dista circa un chilometro dal parcheggio. Per motivi di sicurezza non si può camminare sul ghiaccio oltre un certo punto. Per farlo è necessario rivolgersi ai tour specializzati che organizzano gite con guide esperte e dotazioni di sicurezza.
Anche se non è possibile fare grandi escursioni sulla superficie del ghiacciaio, questo parco regala un primo contatto ravvicinato con queste enormi distese di ghiaccio, lasciando ancora una volta percepire la vastità del territorio che stiamo esplorando e la maestosità di queste strutture naturali.
Viaggio in auto in Alaska: montagne colorate e alci al pascolo
Da queste parti è possibile incontrare qualche rappresentante della fauna locale, in particolare l’alce, che si può spesso vedere ai lati della strada, mentre mangia i germogli degli alberi. Guardando più in alto, sulle montagne circostanti, dove la neve si è sciolta, potrà capitarvi di vedere qualche Dall Sheep, una sorta di muflone dal vello bianco e dalle grosse corna ricurve. Riesce a trovare cibo anche sotto la neve, ma in primavera gode del rapido sviluppo della vegetazione, brucando sulle vaste distese di erba che si estendono sulle pendici delle montagne.

Lo scioglimento della neve mette a nudo anche la natura delle montagne di questa zona. Ampie fasce colorate, con toni che vanno dal beige all’arancione, dal viola al giallo, pennellano le cime di alcuni massicci indicando la loro origine vulcanica. Nella penisola dell’Alaska e nelle Isole Aleutine si trovano circa 80 vulcani principali, circa la metà dei quali è ancora in piena attività.
La strada prosegue salendo leggermente di quota, superando di poco i 1.000 metri di altezza, regalando ancora qualche splendida vista sul ghiacciaio Matanuska e gli alti monti che lo circondano.
Da queste parti esistono alcuni alloggi dove poter pernottare, più o meno spartani. Un’opzione interessante, per il buon rapporto qualità/prezzo è il Sheep Mountain Lodge, situato a circa undici miglia dal bivio per il ghiacciaio. Offre sistemazioni in bungalow ben attrezzati e accoglienti, nonché un discreto ristorante. Sorge nei pressi di un piccolo aeroporto (lo Sheep Mountain Airport) e regala splendide vedute sulla valle e sulle montagne circostanti.

Lake Louise
Ristorati da una buona dormita, nonostante le molte ore di differenza con il fuso orario europeo, si può riprendere la strada. Proseguendo sulla Glenn Highway, a circa cinque miglia dall’aeroporto, si trova un ampio parcheggio che fa da base di partenza per alcuni sentieri che portano sulle pendici dei monti che sorgono sul versante nord della valle. Ovviamente, se prevedete di fare trekking in questa zona dovete considerare di pernottare nei dintorni per un’altra notte.

La strada costeggia diversi piccoli laghi che si formano sul corso di una miriade di minuscoli affluenti del fiume Matanuska. Le vedute continuano ad essere ampie e il paesaggio è incantevole.
A circa 46 miglia dall’aeroporto si trova una possibile deviazione che porta a Lake Louise, un piccolo centro turistico posto sulle rive dell’omonimo lago. Si devono percorrere circa 16 miglia per raggiungerlo, su una stretta strada asfaltata che si inerpica sulle pendici della montagna. Qui, a seconda della stagione si può fare sci da fondo, pescare salmoni o andare in kayak sul lago.
Il paesaggio ricorda molto quello della Finlandia, con un vasto terreno umido punteggiato da una miriade di laghi, più o meno grandi. Anche se non volete arrivare fino a Lake Louise, dove si può trovare alloggio e un ristorante, potete salire sulla strada per qualche miglio, per godervi delle splendide viste dall’alto sulla valle e sulle montagne che circondano il lago.
Viaggio in auto in Alaska: Glenallen e la Richardson Highway
A circa 26 miglia dal bivio per Lake Louise si arriva al piccolo centro abitato di Glenallen, posto proprio sulla congiunzione con la Highway 4, la Richardson Highway, che collega Valdez con Delta Junction. Qui si può fare rifornimento di benzina e viveri, nonché trovare alloggio per la notte. Anche se l’atmosfera è tipicamente montana, ci si trova a meno di 500 metri di altitudine.
A poco più di 2 miglia da bivio con la Hwy 1, un minuscolo cartello indica la deviazione per una scenic view, sulla sinistra. La brevissima strada sterrata porta su una piattaforma sopraelevata che si apre su un panorama mozzafiato. Proprio sotto la sporgenza scorre il fiume Copper e oltre le sue ampie anse si apre una distesa di pini che si prolunga fino a perdita d’occhio. È uno di quei punti in cui la vastità del territorio dell’Alaska si rende più evidente. Migliaia di ettari di terreno completamente disabitati e selvaggi, dominati da una natura dura e spietata, ma dove comunque la vita animale e vegetale rinasce puntualmente ad ogni primavera.
Il nome del fiume ricorda come in questa zona vi sia la presenza di abbondanti depositi di rame. In alcuni piccoli borghi sulle sue rive è ancora possibile visitare le case dei minatori che lavoravano in quest’area. Case e baracche che ospitavano anche i cercatori d’oro, nel loro viaggio verso il Canada e il mitico fiume Klondike.
Il Parco nazionale Wrangell-St. Elias
Il fiume Copper sorge dall’omonimo ghiacciaio posto sulle pendici del monte Wrangell, all’interno del Parco nazionale Wrangell-St. Elias. Questa enorme distesa naturale si estende proprio ad ovest della strada che stiamo percorrendo, per centinaia di miglia, fino a raggiungere l’oceano. Al suo interno vi sono laghi, ghiacciai, vulcani e … molti animali, tra cui gli orsi.
Purtroppo, l’accessibilità a questo vasto territorio non è semplice e le strade che si addentrano nel parco sono pochissime. A circa 8 miglia dal bivio con la Hwy 1 si trova il Visitor Center del parco, dove si possono trovare informazioni aggiornate e discutere con un ranger le migliori opzioni per visitarlo.

I due elementi che danno il nome al parco sono il Monte Wrangell, un vulcano attivo di oltre 4.000 metri di altezza, la cui ultima eruzione risale al 1999, e il Monte St.Elias. Quest’ultimo è alto ben 5.489 metri e la sua cima si trova proprio sul confine con il Canada, a poco meno di 300 km da dove ci troviamo.
A circa 23 miglia dalla biforcazione con la Hwy 1 si arriva al bivio con la Old Edgerton Hwy, nei pressi di Willow Creek. Questa strada è la prima che si incontra per andare a Chitina, ma per trovare una via più scorrevole è meglio aspettare qualche miglio in più (circa 31 dalla biforcazione con la Hwy 1) e imboccare la Hwy 10.
Chitina è un piccolo paese, frequentato principalmente da pescatori, che possono sfruttare sia il fiume Copper sia il piccolo Town Lake che si trova nelle vicinanze.
Arrivare fin qui è cosa semplice, più impegnativo e proseguire su questa strada, oltre Chitina, in direzione di McCarthy, nel cuore del parco Wrangell-St. Elias. La strada è sterrata e si devono percorre circa 61 miglia per raggiungere McCarthy. Il percorso è molto bello e attraversa una regione selvaggia punteggiata di piccoli laghi e attraversata da una miriade di stretti fiumi. Un paradiso per campeggiatori avventurosi.
Il centro di McCarthy, che si trova proprio sull’estremità di un lungo ghiacciaio, si deve però raggiungere a piedi, perché la strada si interrompe poco prima del paese. In alternativa ci si può servire delle navette che collegano il parcheggio con il borgo. Qui si trovano ristoranti e locande, ma se prevedete di pernottare qui ricordatevi di prenotare con largo anticipo. Uno degli alloggi consigliabili è il Kennicott Glacier Lodge, che si trova poco più a nord del paese.
Nei dintorni si trovano vecchie miniere abbondonate che è ancora possibile visitare, come la Kennecott Mines, posta sui lati del ghiacciaio circa 7 miglia a nord da McCarthy.
Viaggio in auto in Alaska: dai ghiacciai all’oceano
Mantenendo la nostra direzione principale, restiamo sulla Richardson Highway, puntando in direzione sud, in direzione Valdez. Curva dopo curva, rettilineo dopo rettilineo la valle su cui scorre la strada si fa progressivamente più stretta e, se viaggiate in primavera, vedrete la neve che arriva a poche centinaia di metri dalla carreggiata, anche se ci si trova a soli 500-600 metri di quota.
A circa 53 miglia dal bivio con la Hwy 10, nei pressi del Thompson Pass, si raggiunge il Worthington Glacier State Recreational Site, un punto di accesso all’omonimo ghiacciaio. Dal parcheggio posto a poca distanza dalla strada principale si può salire verso il ghiacciaio fermarsi ad ammirare alcune splendide viste sull’enorme distesa bianca che scende dalla montagna. Qui la neve è presente a bassa quota, fino al parcheggio, anche a maggio, quindi la possibilità di passeggiare nei dintorni dipende dalla stagione in cui viaggiate.

Poco più avanti, proprio sul culmine del Thompson Pass, si trova un breve sentiero che porta a salire un po’ di quota, regalando splendidi panorami. Il percorso è aperto solo quando nei mesi più caldi, quando la neve è completamente sciolta.
A Per avere un’idea di quanta neve può accumularsi su questo fondovalle, fate caso agli alti piloni ricurvi, grandi come lampioni, che si trovano sui margini della strada. Sono segnali che indicano agli spartineve la direzione da mantenere quando liberano la carreggiata. In questa zona esistono altre piazzole di parcheggio che danno accesso a brevi sentieri panoramici.
Con un’ampia curva la strada aggira il Blueberry Lake e punta in direzione opposta, verso ovest, iniziando a costeggiare il Lowe River, sempre circondata da alte montagne e ghiacciai perenni.
A circa 98 miglia da Glenallen la strada attraversa il fiume con un lungo ponte e si infila in una stretta valle con le pareti rocciose a picco. In primavera da queste pareti scendono numerose piccole cascate, alimentate dalla neve e dal ghiaccio che si sciolgono nelle montagne poste ai lati della valle.
Tutti questi rivoli d’acqua alimentano sempre più il Lowe Rive che si ingrossa progressivamente fino a sfociare nell’oceano, con un ampio e ramificato delta.
Ancora poche miglia e si raggiunge il centro di Valdez.
Viaggio in auto in Alaska: benvenuti a Valdez
La piccola cittadina di Valdez accoglie i visitatori con un grande arco metallico che riporta il suo nome. Si trova in una posizione strategica, proprio all’interno di un largo fiordo che sfocia nello Stretto di Prince William.

Ha il privilegio di essere il porto più settentrionale del Nord America, ma le condizioni climatiche locali e le correnti marine fanno sì che in inverno sia libero dal ghiaccio. Qualche blocco galleggiante di ghiaccio si può incontrare poco più a ovest di Valdez, allo sbocco della Shoup Bay, soprattutto all’inizio della primavera. Sono il frutto dello scioglimento di un vasto ghiacciaio, il Shoup Glacier, che scende dalle montagne fino a questa baia. Nel punto di contatto con l’acqua del mare il fronte del ghiacciaio si spezza in blocchi più o meno grandi che galleggiando vanno poi alla deriva nella baia, fino a sciogliersi completamente.
In quest’area si trova il Shoup Bay State Marine Park, una riserva marina protetta, accessibile prevalentemente via mare.
Oltre che per il ghiacciaio, questa baia è famosa anche per un devastate terremoto che la colpì nel 1964 e causò per ben tre volte un’onda di marea alta oltre 45 metri. L’evento causò la distruzione della città di Valdez che fu successivamente ricostruita in un punto più lontano dal mare, in posizione rialzata.
La pesca dell’halibut
Al giorno d’oggi Valdez rappresenta una località di villeggiatura, dotata di un porto turistico famoso per organizzare battute di pesca. Il pesce più pescato e apprezzato è l’halibut che in queste acque può raggiungere dimensioni considerevoli, arrivando a pesare fino a 200 kg, e una lunghezza di oltre due metri e mezzo.

Il servizio per il pescatore è completo. Si sale in barca e si viene accompagnati nelle aree più pescose della zona, dove inizia la battuta. Una volta soddisfatti del pescato si torna al porto dove si viene accolti dal fotografo per immortalare l’evento. Di seguito il pesce passa nelle mani di esperti sfilettatori che lo puliscono e lo confezionano per il trasporto. Ma la filiera non finisce qui. Proprio alle spalle del porto si trovano aziende specializzate nel congelamento e nella spedizione del pesce. Quindi tutto quello che si pesca arriva direttamente a casa, senza nessuno sforzo, o quasi, pronto per essere consumato.
Le gite in barca che partono da Valdez non sono però limitate ai pescatori. Non si può perdere un’escursione nella baia, non solo per la bellezza del panorama, ma perché è un luogo ideale dove poter incontrare le molte balene e orche che frequentano queste acque. A seconda della stagione, e quindi in base alla presenza o meno di frammenti di ghiaccio nella baia, le crociere si addentrano anche nella Shoup Bay, avvicinandosi il più possibile al fronte dell’omonimo ghiacciaio. Una buona compagnia armatoriale di Valdez è la Stan Stephens Wildlife & Glacier Cruises che dispone di barche grandi e confortevoli e include nel prezzo del biglietto un piccolo spuntino.

Viaggio in auto in Alaska: si prosegue in Ferry
Ovviamente Valdez offre anche buone sistemazioni alberghiere e una discreta scelta di ristoranti. Non perdetevi i filetti di halibut fritto disponibili in molti fast food del paese.
Se volete fare un’escursione a piedi verso le Chugach Mountains che circondano il paese, potete dirigervi verso l’aeroporto di Valdez e poi proseguire sulla airport road fino a congiungervi con la Glacier Campground road. La strada finisce in un parcheggio sulle rive del Valdez Glacier Lake, un piccolo bacino che raccoglie l’acqua di scioglimento dai ghiacciai posti ai lati della stretta valle che si apre verso nord. A seconda delle stagioni si possono osservare piccoli iceberg che galleggiano sull’acqua. Nei dintorni si può fare anche qualche breve passeggiata a piedi, seguendo la riva del lago.

La Richardson Highway termina a Valdez, quindi per proseguire il viaggio o si ritorna per la stessa strada percorsa all’andata oppure è possibile imbarcarsi su uno dei traghetti messi a disposizione dall’Alaska Marine Highway System, con partenze quotidiane dal molo posto a ovest del porto commerciale. I biglietti si comprano online, ma è necessario passare alla biglietteria per ritirare i coupon di viaggio. Un buon collegamento è quello che unisce Valdez a Whittier, un approdo ideale per poi dirigersi verso il grazioso paesino di Seward e il Kenai Fiords National Park. In primavera avanzata il viaggio dura poco meno di sei ore e permette di fare un altro passaggio nella baja di Valdez e scorgere altre balene. Anche una volta giunti nello Stretto di Prince William, e per tutto il resto del viaggio, sfidando il freddo sui ponti esterni è possibile godere di panorami mozzafiato.

In questo articolo vi ho proposto solo alcuni dei molti itinerari che possono essere percorsi nello sconfinato e selvaggio territorio dell’Alaska. Per informazioni più dettagliate e per scoprire altri possibili percorsi, più o meno avventurosi, da seguire guidando la propria auto, leggete il mio libro: Alaska: itinerari di viaggio da percorrere in auto. Lo trovate in formato cartaceo o come ebook in tutte le principali librerie fisiche e online, come La Feltrinelli e Mondadori.
Se ti piace il contatto con la natura e osservare gli animali nel loro ambiente, leggi anche l’articolo che propone un itinerario di viaggio in Namibia.
Franco Folino