
Avreste voglia di salire in auto e viaggiare in uno splendido deserto di sabbia, in tutta autonomia? Magari uscendo dai percorsi più battuti e avventurandovi su qualche duna? Bene, l’itinerario che voglio proporvi si snoda negli Emirati Arabi Uniti, nel deserto di sabbia più grande del nostro pianeta: il deserto di Rubʿ al-Khālī.
Rubʿ al-Khālī in arabo significa ‘Il quarto vuoto’. Occupa la parte più meridionale della Penisola araba e gran parte di esso è ancora inesplorato. La nazione che ospita l’area maggiore della sua superficie è l’Arabia Saudita, ma il deserto occupa anche tutta la parte meridionale degli Emirati Arabi Uniti ed è lì che vi porterò.
Ovviamente viaggeremo in una minuscola porzione del Rubʿ al-Khālī, mantenendoci abbastanza vicini alle zone abitate, così da poter intraprendere questo itinerario in completa autonomia.
Gli Emirati Arabi Uniti
Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione composta da sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. Noi viaggeremo sempre all’interno dell’emirato di Abu Dhabi che rappresenta circa l’86% della superficie totale degli Emirati Arabi Uniti. Nonostante la sua estensione, al di fuori della città principale, Abu Dhabi, il territorio è scarsamente abitato, tanto che complessivamente il piccolo emirato di Dubai ospita una popolazione maggiore.
La zona in cui cu sposteremo è la parte più meridionale dell’emirato, proprio lungo il confine con l’Arabia Saudita. Viaggeremo in prevalenza su strade in buone condizioni, ma le possibili deviazioni su strade sterrate, e sulle dune, sono molte.
Il nostro punto di partenza sarà la città di Abu Dhabi che offre collegamenti aerei frequenti con i principali hub europei e alcuni collegamenti diretti con Milano e Roma. In alternativa si può arrivare all’aeroporto di Dubai, anch’esso molto ben collegato con l’Europa, e poi raggiungere la vicina Abu Dhabi, che dista circa 150 km.
Gli itinerari interessanti da percorrere negli Emirati Arabi Uniti sono molti e in questa occasione vi propongo il più ‘desertico’. Si può però viaggiare anche sui rocciosi rilievi che si affacciano sullo Stretto di Hormuz oppure lungo la costa. In futuro vi proporrò qualche itinerario in altre parti di questa regione.
A seconda del tempo a vostra disposizione, potrete quindi decidere di visitare molte altre zone di questo interessante paese.
L’auto e il guidatore
Veniamo ai punti cruciali di questo viaggio: l’auto, le vostre capacità di guida in fuoristrada e il clima. Per seguire l’itinerario che vi propongo, e assaporarne in tranquillità tutti gli aspetti, è assolutamente indispensabile noleggiare una vettura a 4 ruote motrici di buona qualità. Vi consiglio di puntare su una Toyota Land Cruiser, piuttosto diffusa tra i noleggiatori e che offre ottime caratteristiche per affrontare il percorso che voglio proporvi.
Inoltre, vi consiglio di indirizzare la vostra scelta sulle principali compagnie di noleggio multinazionali che, solitamente, forniscono auto con un numero contenuto di chilometri e a prezzi non eccessivi.
Naturalmente è possibile seguire l’itinerario che vi propongo negli Emirati Arabi Uniti anche noleggiando una normale berlina da strada, ma in questo caso dovrete fare attenzione a rimanere sulle carreggiate asfaltate, senza avventurarvi nei tratti in terra e sabbia.
Il secondo punto è quello legato alle vostre capacità di guida, non tanto nel fuoristrada in generale, che qui non presenta alcuna difficoltà, ma piuttosto nella sabbia. Per viaggiare su questo tipo di terreno è necessario avere un po’ di esperienza. È indispensabile una buona sensibilità che permette di viaggiare ad un’andatura costante senza troppe frenate o accelerazioni improvvise. È importante avere una certa familiarità con la gestione del differenziale e del controllo automatico della trazione, elementi essenziali per farvi superare le dune senza rimanere ‘spiaggiati’.
Attenzione! Per guidare negli Emirati Arabi Uniti serve la patente internazionale.
Altri consigli pratici
Buona norma sarebbe non intraprendere i tratti più difficili da soli. Meglio viaggiare in compagnia, con due o tre auto, in modo da potersi aiutare a vicenda in caso di difficoltà.

Negli aeroporti di Abu Dhabi e Dubai sono disponibili molti servizi di noleggio auto. Se volete avere sottomano una semplice e rapida guida che vi permette di affrontare il noleggio di un’auto senza il timore di fare errori e avere poi sgraditi imprevisti, leggete il nostro breve articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese“.
Anche se le strade hanno buone indicazioni un GPS è estremamente utile, non solo nel mezzo del deserto, ma anche in città, per orientarsi sugli svincoli a otto corsie. Per questo è importante avere un buon navigatore, che sia in grado di localizzare l’auto con precisione e fornisca quindi informazioni accurate.
Chiedete al noleggiatore se può fornirvi un frigo portatile da collegare all’auto (alcune auto hanno un bracciolo centrale refrigerato), perché disporre di bevande fresche durante il viaggio non è un lusso, ma una necessità.
Infine, la disponibilità di stazioni di servizio negli Emirati Arabi Uniti è ottima lungo tutta la rete viaria, quindi non rischierete mai di rimanere a secco. Del resto, siamo nel paese del petrolio.
Emirati Arabi Uniti: il clima
Un terzo elemento critico di questo viaggio è il clima. Ci troviamo nei pressi del Tropico del Cancro, in una zona particolarmente calda. Le temperature variano però in modo significativo tra costa e zone interne. In estate le temperature medie di Abu Dhabi sono di poco superiori ai 40 gradi, ma andando verso sud crescono progressivamente, fino a sfiorare i 50 gradi.
Così durante il periodo invernale turisti stranieri e vacanzieri locali si concentrano verso l’interno, verso le zone desertiche, per dedicarsi a sport motoristici o ad attività più tradizionali, come le gare di falconeria. Nei periodi estivi più caldi tutti si spostano invece sulla costa, per trarre refrigerio dalle fresche brezze marine e potersi immergere nelle pur calde acque del mare.

Dal momento che il nostro itinerario attraversa la zona più meridionale degli Emirati Arabi Uniti, idealmente il periodo migliore per compiere il viaggio è l’inverno. Non vanno però disdegnate le stagioni intermedie, perché offrono almeno tre vantaggi. Il primo è che queste zone sono davvero desertiche, le potrete ammirare in tutta la loro bellezza, senza la moltitudine di persone che popola queste zone nei mesi invernali. Il secondo è che avrete una maggiore probabilità di trovare buone sistemazioni alberghiere disponibili e il terzo è che queste avranno prezzi migliori.
Considerate poi che le temperature elevate in queste zone si accompagnano ad un tasso di umidità prossimo allo zero, quindi si tollerano con molta facilità. Solitamente è presente anche una buona ventilazione, anzi, il vento è spesso forte e può sollevare tempeste di sabbia. Potrà capitarvi di finirci in mezzo, in questo caso non resta che procedere molto piano perché la visibilità può essere sostanzialmente nulla. Pensate, siete nel mezzo di un territorio desertico e venite ricoperti di una nuvola di sabbia. Tutto vi apparirà dello stesso colore, non capirete più dov’è la strada.
Certo l’aria condizionata in auto e in albergo è determinante, ma è anche piacevole fare qualche camminata sulle dune, nonostante la temperatura possa superare i 40 gradi. Il vento solitamente aiuta a sopportare meglio il calore. Un abbigliamento adeguato è estremamente importante.
A di fuori della città di Abu Dhabi, viaggeremo in una zona con pochi centri abitati e la disponibilità di alloggi è quindi molto limitata. Si deve quindi prenotare per tempo per trovare le sistemazioni migliori. Potete fare qualche ricerca nel sito web di Holidu, un motore che vi propone Hotel e anche case vacanza.
A Dubai e Abu Dhabi avrete un’ampia scelta di sistemazioni, dai resort superlussuosi, con prezzi inavvicinabili, fino agli hotel più economici.
Che il viaggio abbia inizio: le dune fossili
È giunto il momento di salire in auto e partire per il nostro viaggio. Punto di partenza è Abu Dhabi, ma prima di lasciare la città vi consiglio di vistare il Jubail Mangrove Walking Park. È un parco naturale dove lunghe passerelle in legno si diramano attraverso una fitta rete di mangrovie, consentendo di avvicinarsi e camminare tra questi alberi che crescono in acqua salmastra. L’accostamento del colore verde della vegetazione con il turchese dell’acqua è davvero splendido ed è anche possibile attraversare il parco in kayak. Vanno però considerate le maree, conviene visitarlo quando il livello dell’acqua è alto, anche se la bassa mare consente di poter avvistare qualche gazzella in cerca di cibo.

Lasciate la città puntando verso sud, fino a congiungervi con la E11, un’enorme autostrada a otto corsie, fino allo svincolo per la E30, da imboccare in direzione di Mafraq/Al Ain. Dopo circa 7 km girate a destra e proseguite poi, sempre mantenendo la destra per altri 8 km circa. Arriverete così alla nostra prima tappa: Al Wathba Fossil Dunes. Questo piccolo parco (fate attenzione agli orari di apertura e al periodo del Ramadan, durante il quale il parco rimane chiuso) propone alcune curiose formazioni rocciose formate dalla sabbia nel corso dei secoli. L’area protetta comprende oltre 1.700 dune fossili, distribuite su 7 chilometri quadrati. Si stima che l’età delle formazioni fossili sia di oltre quattro milioni di anni. La riserva si attraversa seguendo i sentieri predisposti che si estendono per circa 3 chilometri. Considerate le temperature, anche se sono stati predisposti spazi ombreggiati, è indispensabile un buon copricapo e quantità abbondanti di acqua al seguito. Una regola che vale per tutto il nostro viaggio.
Emirati Arabi Uniti: una strada coperta di sabbia
Fate il percorso inverso, fino a rientrare nella E30 e successivamente, tornando indietro al primo svincolo, nella E11 da imboccare sempre in direzione di Mafraq/Al Ain. Una volta saliti sulla E11 procedete per circa 21 km e quindi uscite sullo svincolo 305 seguendo le indicazioni per Hameem.
Da qui si inizia ad entrare in ambiente desertico. Notate il colore della sabbia, perché cambierà progressivamente nel corso del nostro viaggio. Qui la vedrete molto chiara, simile a quella che si trova in riva al mare, poi diventerà sempre più scura, seguendo le tonalità del rosso.
Noterete molte deviazioni che portano a siti industriali, ma compariranno presto anche le prime dune. La strada comunque è asfaltata, anche se in alcuni tratti il vento può portare quantità cospicue di sabbia sulla carreggiata. L’esempio migliore lo avrete dopo circa 24 km, quando arriverete a quella che viene chiamata la Abu Dhabi Desert Road. Si tratta di un brevissimo tratto di strada asfaltata che si addentra nel deserto e che è stato quasi completamente coperto dalla sabbia. Può essere un ottimo luogo per familiarizzare con i comportamenti della vostra auto e per saggiare la consistenza della sabbia.
Le palme da dattero
La strada principale prosegue dritta tra le dune e dopo circa 60 km dovrete fare una sosta inevitabile, per la foto di circostanza sotto il cartello che segna il passaggio del Tropico del Cancro. A questo punto noterete come il colore del deserto si sia fatto già più rosato mentre le dune si fanno via via più alte.
Le piccole strade sterrate che si diramano dalla via principale possono portarvi a fare qualche breve deviazione verso l’interno. Potete farlo, ma molte di queste sono accessi a siti industriali e troverete quindi posti di controllo che ne limitano l’ingresso.
Dopo circa 55 km vedrete comparire qualche macchia verde, sono le oasi dove vengono coltivate palme da dattero, molto diffuse negli Emirati Arabi Uniti: stiamo entrando nell’Oasi di Liwa. Qui la strada compie un’ampia curva verso destra e dopo circa 65 chilometri si raggiunge il centro abitato di Mezairaa. Come vedrete, alla vostra sinistra le dune del deserto sono più ‘movimentate’ e appaiono con un colore ancora più intenso di sabbia rossa.
Isolato sulla cima di una collina nei pressi del paese si trova quello che probabilmente uno dei migliori hotel della zona: l’hotel Liwa. Non è molto economico ma la struttura è molto curata ed è dotato di una bella piscina, elemento di non poco conto viste le temperature. Pecca il ristorante, ma non ci sono molte alternative in zona.
Un altro albergo nelle vicinanze è il Qasr Al Sarab Desert Resort, anch’esso molto bello, ma dai prezzi piuttosto elevati. Ha il pregio di trovarsi in una posizione splendida, proprio nel mezzo del deserto.
Un’autostrada nel deserto
Facendo base a Mezairaa si possono fare alcune escursioni nella parte più interna del deserto. Qui ci troviamo nel margine più orientale del Rub’ al-Khali, le dune diventano molto più mosse, articolate e il loro colore rosso le rende particolarmente suggestive.
Dalla strada principale ci sono alcune deviazioni che portano verso l’interno, ma come primo assaggio potete iniziare a puntare verso la duna di Moreeb, una vera attrazione per tutti gli Emirati.

Per raggiungerla dovete riprendere la E90 e puntare verso ovest. Dopo pochi chilometri arriverete ad un’ampia rotonda dove dovrete girare a sinistra, verso sud.
Lasciata la strada principale, la E90, a due corsie, vi aspettereste che entrando nel cuore del deserto la carreggiata diventi sterrata e stretta. Invece no. Al contrario, vi troverete a percorrere una vera e propria autostrada a quattro corsie, con tanto di illuminazione, che salendo e scendendo dalle dune vi porterà in poco tempo alla duna di Moreeb. A fianco dell’autostrada corre quella che era la vecchia strada e che potete percorrere per qualche tratto, avvicinandovi ancor più all’interno delle dune che la circondano.
Una via di comunicazione così importante vi fa capire quanto traffico ci possa essere nei momenti di alta stagione, in inverno, quando arrivano turisti da tutto il paese e dall’estero per assistere alle manifestazioni che si svolgono in questo luogo.
La duna di Moreeb
Dopo una ventina di chilometri arriverete a destinazione e il paesaggio che vi si presenterà dipende molto dal periodo dell’anno in cui viaggiate. Se siete in estate vi troverete in uno strano luogo, completamente abbandonato, con strutture che poco lasciano comprendere del loro scopo. Vedrete vasti parcheggi deserti, una palazzina di servizio, sei eliporti, una zona campeggio e un’ampia tribuna rivolta verso una alta duna. Del resto, tutto questo luogo è completamente circondato da alte dune di sabbia rossa.
Se invece arrivate in questo luogo nella stagione invernale, quello che si presenterà ai vostri occhi sarà un luogo del tutto diverso. Vi troverete circondati da centinaia di auto e tutte le zone dedicante al campeggio saranno piene di tende o camper. Tutto intorno vedrete in pieno svolgimento le attività sportive preferite dagli emiratini. Vedrete corse di cammelli, corse di cavalli e gare per falconieri.
Il ruolo più importante lo giocano gli sport motoristici. Qui si corrono gare di salita alla duna in auto o con apposite dune buggy (e questo spiega la tribuna rivolta verso la duna, la Moreeb dune, appunto) e gare di accelerazione per auto e moto appositamente preparate, gare di sbandata controllata, gare in circuito per auto da turismo e gare di fuoristrada. Insomma, il paradiso per gli appassionati degli sport motoristici. Vedrete pochi visitatori stranieri, mentre saranno prevalenti i turisti locali e molto caratteristici sono infatti campi tendati in perfetto stile arabo, piuttosto lussuosi, dotati di ogni comfort, inclusa l’aria condizionata.
Per vedere qualche immagine di questo luogo nel suo momento di maggiore attività e conoscere le gare solitamente in programma, potete visitare il sito web del festival di Liwa che solitamente si svolge in questo luogo nel mese di dicembre.
A voi la scelta del periodo che considerate migliore!
Emirati Arabi Uniti: tra le dune di un enorme deserto
Potete gironzolare nei dintorni delle strutture principali, avventurandovi sulle stradine che da qui si diramano e magari, salire su qualche duna nei dintorni (valgono le considerazioni fatte all’inizio). Comunque vedrete splendidi paesaggi. Ci si trova nel mezzo di un enorme deserto, con splendide dune di sabbia rossa a perdita d’occhio. Tutte tratteggiate da ondulate venature disegnate dal vento. Qua e là vedrete qualche piccolo cespuglio verde che sembra far pensare che l’acqua non sia poi così rara, pur in un ambiente così desertico.

Piccole dune si alternano a dune più grandi che formano delle piccole valli e nelle parti più basse si aprono spiazzi biancastri che sembrano piccoli laghi salati.
Potete fare qualche breve passeggiata salendo su qualcuna di queste dune, godendovi splendide viste. È incredibile come, pur nel mezzo di paesaggio desertico, che per definizione dovrebbe essere monotono, guardandosi intorno si possono osservare scorci sempre differenti.
Per il viaggio di ritorno va percorsa la solita strada, non esistono percorsi alternativi. Considerando che nel complesso impiegherete tutta la giornata scorrazzando nei dintorni della duna di Moreeb, e considerata la scarsità di alloggi in zona, conviene rientrare nell’albergo della sera precedente. Ma prima di rientrare a Mezairaa vi propongo una piccola tappa intermedia interessante.
Emirati Arabi Uniti: Dhafeer fort
Quando ritornate sulla grande rotonda sulla E 90 girate a destra in direzione Mezairaa e proseguite per circa un chilometro e mezzo, fino a quando non vedrete la possibilità di invertire il senso di marcia. Passati nella carreggiata opposta proseguite verso sud per circa 500 metri e quindi imboccate la piccola stradina che vedrete sulla destra. Poche decine di metri e arriverete al Dhafeer fort, un piccolo forte un po’ nascosto alla vista dalla strada, in pieno stile ‘Legione straniera’.

Il minuscolo fortino sorge ai margini di una piccola oasi. L’acqua che si trova in questa come in altre oasi dei dintorni è da sempre un bene assai prezioso ed è per questo che tra il IX e il XX secolo le tribù locali iniziarono a costruire forti e torri di avvistamento per proteggere i loro pozzi dai nomadi.
Questo forte fu costruito attorno al 1915 con materiali semplici, come fango e mattoni, mentre sono interessanti da osservare le travi sul soffitto del corpo di guardia che sono ricavate da tronchi di palma. Fu poi distrutto nel 1950, per essere ricostruito nel 1996.
È formato da una torre a base rettangolare e da un piccolo recinto murato, con merli appuntiti, che si apre difronte a uno dei suoi lati.
L’Oasi di Liwa
La E90 forma sostanzialmente un semicerchio che corre tra varie oasi, note nel loro complesso come l’Oasi di Liwa. Le estremità di questo semicerchio arrivano al confine con l’Arabia Saudita, mente al suo interno si trova la parte del deserto Rubʿ al-Khālī più ‘movimentata’, con numerosissime dune che si susseguono una sull’altra. All’esterno della E90 il deserto si fa più piatto e le dune sono più dolci e rare. Anche il colore della sabbia è più chiaro. È come se l’oasi formasse una protezione contro il vento, facendo cambiare il paesaggio.
Potete viaggiare lungo la E90 da un punto all’altro di questo semicerchio, godendovi il paesaggio del deserto e delle piantagioni di palma poste lungo la strada.
Nella sua estremità occidentale la E90 termina ai cancelli di entrata di un sito industriale, mentre verso est termina su una strada riservata alla polizia, che corre parallela al confine saudita. In questa direzione potete visitare un altro fortino, un po’ più grande del precedente: il Liwa fort. Caratterizzato da un’alta torre di osservazione a base rotonda sorge ai margini di una bella oasi di palme da dattero.

Anche se nelle mappe la E90 sembra proseguire anche oltre, verso il confine con l’Oman, vi sconsiglio di imboccare questo tratto di strada, perché per una cinquantina di chilometri è davvero in pessime condizioni. La strada, almeno in teoria, è in terra ma, passando nel mezzo delle dune, è quasi completamente invasa dalla sabbia. Per rendere le cose ancor più complicate ci sono poi profonde buche che si presentano davanti improvvisamente. Le dune che attraversa sono particolarmente alte e quindi le salite sono ripide, su un fondo di sabbia molto insidioso. Possono rivelarsi delle vere e proprie trappole.
Di ritorno ad Abu Dhabi
Da Mezairaa vi consiglio di rientrare verso Abu Dhabi imboccando la E45 in direzione nord. Dopo circa 60 km arriverete a Zayed City. Qui prendete la grande strada sulla destra dopo la moschea. Sarete costretti a girare a sinistra ad una rotonda posta ai margini dell’abitato e poi, alla seconda rotonda, girate a sinistra, imboccando Al Dhafra Road.
Proseguite sempre dritti fino alla prossima rotonda (circa 58 km). In questo tratto vedrete l’Al Dhafra Castle, posto alla vostra destra. Appare come un grade forte, con quattro torri e un ingresso centrale. Purtroppo, non è sempre aperto al pubblico, ma potete chiedere informazioni al cancello d’ingresso.
Alla rotonda girate a sinistra e la strada vi porterà nuovamente sulla larghissima E11 e quindi ad Abu Dhabi.
Si conclude così questo itinerario nel mezzo della natura desertica degli Emirati Arabi Uniti. Ma presto sarà da voi con un altra proposta di viaggio in questa federazione. Vi porterò in montagna.
Nel frattempo, se vi piacciono gli itinerari in zone solitarie, a pieno contatto con la natura, leggete anche il nostro precedente articolo che propone un percorso sulla cordigliera andina, in Cile.
Franco Folino