
Questo nuovo itinerario che vi propongo non esce dai confini nostrani. Ambientato tra colline e montagne scorre in una delle più belle aree del nostro paese: la Garfagnana.
Viaggiando in questi luoghi si può ritrovare la serenità. Passeggiando in antichi borghi, seguendo sentieri immersi nella natura o sedendosi a tavola nelle numerose trattorie tipiche, dove vengono serviti i piatti tipici della tradizione.
Arrivare in Garfagnana
La Garfagnana è facilmente raggiungibile dal nord e dal centro dell’Italia. Per chi arriva da più lontano l’aeroporto di rifermento è quello di Pisa dove arrivano molti voli, anche low-cost, dal sud e dalle isole. Nel terminal sono poi disponibili diverse compagnie di autonoleggio che offrono una vasta scelta di vetture.
Per il tragitto che dobbiamo compiere non scegliete un’auto troppo grande, perché si percorrono anche strade piuttosto strette. Per scegliere accuratamente l’auto da noleggiare, senza temere di incappare in qualche problema, leggete l’articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese”.
Il periodo migliore per viaggiare in Garfagnana è probabilmente la primavera avanzata, quando la sua fitta vegetazione è al massimo del suo splendore e il clima è più che mite, quasi estivo. Tutte le altre stagioni offrono comunque atmosfere tipiche altrettanto piacevoli, pur considerando le differenti situazioni climatiche. Nelle parti più elevata del nostro itinerario, in inverno si può incontrare la neve, quindi regolatevi di conseguenza.
Per quanto riguarda le sistemazioni alberghiere la scelta è vasta. Potete trovare alberghi di fascia alta, con SPA annessa, e più semplici bed & breakfast. La maggior parte delle strutture sono censite dai più comuni motori di ricerca online, come il sito web di Holidu, che vi propone Hotel e anche case vacanza.
Si parte da Lucca
Non indugiamo oltre e saliamo in macchina per iniziare il nostro viaggio in Garfagnana. Il punto di partenza è Lucca, una splendida città che merita certamente qualche giorno per essere visitata con calma.
Passeggiare sul culmine della sua cinta muraria cinquecentesca, lunga ben 4 km, o lungo le stradine del centro storico vi farà scoprire angoli suggestivi e ricchi di storia.
Non perdetevi la piazza dell’anfiteatro, che sorge appunto sulle vestigia di un antico anfiteatro romano, dalla tipica forma ellittica. Qui vi potete fermare per una pausa pranzo, nei tavolini all’aperto delle differenti trattorie presenti.

Splendide sono le chiese all’interno della cerchia muraria. Meritano una visita il Duomo di San Martino, con la sua elaborata facciata dai cento capitelli, e la basilica di san Frediano, dove sulla facciata risalta il grande mosaico in stile romanico, risalente alla fine del XIII secolo.
Infine, per uno sguardo panoramico sulla città e su tutta la Piana di Lucca, salite fin sulla cima della Torre dei Guinigi, ben riconoscibile per gli alti alberi che crescono sulla sua sommità, grazie ad ampi cassoni in pietra che creano un vero e proprio giardino pensile. Per raggiungere la sommità della torre vanno saliti ben 230 gradini. A voi la scelta se limitarvi a guardarla dal basso.
Per visitare la città potete sistemare l’auto in uno dei molti parcheggi disponibili all’esterno delle mura. Vi sconsiglio di avventurarvi nel centro storico. In gran parte è a traffico limitato e i parcheggi sono pochi e costosi. Entrare nel vortice dei sensi unici, nelle strette stradine della parte antica può rivelarsi molto complicato.
Viaggio in Garfagnana: la Valle del Serchio
Dopo aver visitato Lucca è il momento di lasciare la città e salire verso nord, imboccando la Valle del Serchio, uno dei principali fiumi della Toscana. Nasce sul monte Sillano e attraversa la Garfagnana in tutta la sua lunghezza, da nord a sud, per poi sfociare nel Mar Tirreno, nei pressi del Parco di San Rossore.
Dall’ampio viale che circonda le mura storiche dovrete dirigervi in direzione nord, ma vi propongo da subito una deviazione dal percorso più consueto e diretto. Quindi non seguite le indicazioni verso Barga, ma andate vero il ponte di San Quirico, che attraversa in Serchio, e poi girate a destra, in direzione Camaiore. Dopo circa 850 metri girate ancora a destra in direzione Castelnuovo Garfagnana. Vi troverete così a seguire la sponda destra del fiume, percorrendo una strada più movimentata, immersa da subito nel verde della natura.
Arrivati a congiungervi con la statale 12, girate a sinistra in direzione Modena/Abetone, mantenendovi sullo stello lato del Serchio. La strada si fa più grande, e più trafficata, ma nel complesso è quasi sempre scorrevole e oltre il fiume si aprono splendidi panorami sulle prime colline della Garfagnana.
Poco dopo prendete l’uscita per Ponte a Moriano e arrivati al ponte godetevi la bella vista che offre sia verso sud, verso Lucca, sia verso nord. Potete trovare un parcheggio su entrambi i lati del ponte. Superato il fiume girate a sinistra in direzione Modena/Abetone e inizierete a costeggiare così la sponda sinistra del Serchio. Passando tra piccoli gruppi di case, uliveti e minuscole vigne comincerete così ad entrare nello spirito di questa regione, dove una radicata cultura contadina, di borgata, cerca di sopravvivere, nonostante mille difficoltà.
Il Ponte della Maddalena
Seguendo le anse del fiume la strada si raccorda nuovamente con la statale 12 e poco più avanti si dirama ancora in due tronchi. Voi mantenetevi ancora sulla SS 12, seguendo le indicazioni per Bagni di Lucca/Abetone. Passerete così sotto ad un modernissimo ponte e vi manterrete, per il momento, sul lato sinistro del fiume. Questo tratto di strada è meno trafficato e monotono del percorso parallelo.
Superate Socciglia e dopo circa 1,5 km arriverete ad ammirare una vera e propria meraviglia storica: il Ponte della Maddalena o Ponte del Diavolo.

È uno splendido ponte in pietra, ad arco, con una campata principale e altre minori ai lati. Non ci sono notizie certe sull’anno della sua costruzione, ma sappiamo che tra l’XI e il XII secolo fu la contessa Matilde di Canossa a volerlo. La forma attuale è però dovuta ad un suo rifacimento, all’inizio del XIV secolo.
Nel 1836 una violenta piena del Serchio causò gravi danni al ponte e nel ‘900 fu ampiamente modificato per far spazio al passaggio della ferrovia, sulla sponda destra del fiume, rovinando così la simmetria delle sue campate.
Nel 1500 prende il nome di Ponte della Maddalena, per l’Oratorio che si trovava ai piedi del ponte, sulla sponda destra. Il nome alternativo, Ponte del Diavolo, deriva da una leggenda. Sembra infatti che il capo muratore, Mastro Aldebrandino, impegnato nel lavoro di costruzione del ponte, viste le molte difficoltà e la lentezza dei lavori, fece un patto con il diavolo. Questi avrebbe completato l’opera in una sola notte in cambio della prima anima che avesse attraversato il ponte. Poi, come spesso accade nelle leggende, il furbo muratore, con l’aiuto del parroco, fecero attraversare il ponte ad un cane, raggirando così il diavolo.
Potete attraversare il ponte a piedi e godervi la bella vista sulla valle che si ammira dalla sua sommità.
Una visita la merita anche il vicino paese di Borgo a Mozzano, dove spiccano antichi palazzi, molti dei quali appartenuti un tempo ai Castracani e ai Guinigi, e chiese storiche.
Il Ponte delle Catene
Proseguite ancora verso nord e dopo circa 2 km arriverete ad un incrocio. Qui si dovrebbe proseguire a sinistra, in direzione Barga, ma se vi piacciono i ponti curiosi, vi consiglio di proseguire dritto per altri 2 km circa e arriverete al Ponte delle Catene.
In effetti ricorda, in miniatura, il più famoso omonimo ponte che attraversa il Danubio a Budapest. È lungo meno di cento metri, esclusivamente pedonale, ma anch’esso possiede due portali, posti sulle sponde opposte del fiume, che sorreggono due file di enormi catene. Fu costruito nel 1800, seguendo le novità architettoniche del tempo, e rappresenta uno dei più antichi ponti in ferro dell’Europa continentale ancora esistenti. Il ponte di Budapest fu costruito nello stesso periodo.
Un altro aspetto tristemente comune tra i due ponti è che entrambi furono minati dall’esercito tedesco, sul finire della guerra.
La pavimentazione del ponte, così come il corrimano, è in legno e la sua architettura austera sembra un po’ stonata per la sua ambientazione in un luogo di periferia, tra il verde delle colline e le poche case contadine del piccolo borgo di Fornoli. Una passeggiata tra le due sponde consente belle vedute sulle valli circostanti. In questo caso il fiume superato dal ponte non è il Serchio, ma un suo affluente: il torrente Lima.
Viaggio in Garfagnana: Bagni di Lucca
Visitato il ponte proseguite sulla SS12 per altri 3,5 km e superato il ponte alla vostra sinistra entrerete nel bel paesino di Bagni di Lucca. Come il nome fa intendere si tratta di una località termale e in effetti questa zona era nota per le sue acque già al tempo dei romani.
Vennero poi riscoperte dai Longobardi e la loro vicinanza alla via Francigena, che dall’Europa occidentale, e in particolare dalla Francia, conduceva fino a Roma, ne consacrò la popolarità, visitata com’era dai numerosi mercati e viandanti che transitavano da queste parti.
Dopo la Rivoluzione Francese, Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, fece di Bagni di Lucca uno dei punti di riferimento della vita mondana del tempo, mentre tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento le terme di Lucca ospitarono numerose figure illustri, come Pascoli, Byron e Puccini.
Tra i poeti che hanno frequentato Bagni di Lucca va però ricordato anche Dante, che passò da queste parti per fuggire ai sicari fiorentini e, attraversando l’Orrido di Botri, posto a più a nord, sulle montagne, sembra trasse ispirazione per scrivere l’Inferno.
Tra i differenti stabilimenti termali disponibili, il centro di Bagni di Lucca ospita due strutture principali, le Terme di Jean Varraud e Casa Boccella. Le prime dispongono di acqua a 54 °C, grotte a vapore, fangoterapia, idromassaggio, inalazioni e cure estetiche. Come curiosità vi segnalo che queste terme furono sede della prima casa da gioco al mondo. È qui che si è giocato a roulette per la prima volta in Europa.
Il Lago di Gioviano
Lasciamo Bagni di Lucca percorrendo la strada provinciale 18 che segue le anse del torrente Lima, fino a ritornare a Fornoli, sull’altro versante del Ponte delle Catene. Superato il centro abitato vi troverete nuovamente a fiancheggiare la sponda sinistra del Serchio. Proseguite per circa 2,5 km e girate a sinistra sul ponte, seguendo le indicazioni per Borgo a Mozzano. Superato il fiume girate a destra, in direzione Gallicano. Dopo circa 600 metri prendete la strada che scende sulla destra. Non ci sono indicazioni, quindi fate attenzione a non superarla.
Percorsi circa 800 metri arriverete all’imbocco di una stradina che porta al piccolo Lago di Gioviano, una piccola oasi di pace nel già sereno ambiente della Garfagnana. Qui potete fare due passi sulle rive del bacino e, se siete appassionati di pesca, buttare l’amo nella speranza di tirare a riva qualche trota o la famosa spigola dolce.
Ripresa la strada principale, trovate subito il ristorante Garfagnino Di Nonna Clara, per un’eventuale pausa pranzo. È una tipica trattoria toscana con tavoli all’aperto, dove la scena è dominata dalla carne, in qualsiasi sua forma e dimensione.
Proseguite sulla strada provinciale 20 per circa 8 km e poi, arrivati a Gallicano, girate sul ponte a destra, in direzione Barga. Dal ponte servono circa 5 km per raggiungerlo.
Tra i borghi della Garfagnana: Barga
Una volta arrivati a Barga avete due possibilità di parcheggio. Il primo è vicino alle mura, ma è quasi sempre totalmente occupato, perché molti posti sono riservati ai residenti. Il secondo è più in basso rispetto al paese, è molto ampio e non è poi così lontano dal centro storico.
Qualunque sia il parcheggio che scegliete, vi consiglio di iniziare la visita allo splendido paesino di Barga entrando dalla Porta Reale, situata nei pressi del parcheggio superiore.
Da qui salite seguendo le stradine del borgo fino a raggiungere il Duomo di San Cristoforo, posto nella parte più alta del paese e ben visibile da molti punti. Oltre ad ammirare la splendida facciata in pietra di Barga, merita una visita l’interno, diviso in tre navate, e lo splendido pulpito. Costruito in marmo finemente intarsiato è sorretto da quattro colonne, due delle quali poggiano su altrettanti leoni sovrastanti un drago e un uomo. Le colonne posteriori poggiano l’una sul pavimento e l’altra sulla schiena di un vecchio curvo.
La costruzione della chiesa sembra risalire a prima dell’anno 1000, nel corso degli anni sono poi seguiti ulteriori rimaneggiamenti e ampliamenti. Lateralmente sorge la tipica torre campanaria a base quadrata, con la cima ornata da merli. Sembra che i rintocchi delle sue campane ispirarono Giovanni Pascoli per la poesia L’ora di Barga.

Da piazzale e dai giardini che circondano la chiesa si possono ammirare splendide viste della Garfagnana. Scorgerete le molte colline che animano il paesaggio e su ciascuna di loro, anche la più piccola, un minuscolo gruppo di case e, quasi sempre, una chiesa con il suo campanile. Il tutto a comporre un quadro bucolico di grande bellezza. D’altra parte, viene da pensare quanto difficile sia stata la vita nei piccoli borghi sparsi sulle colline, dovendosi spostare su percorsi scoscesi per lavorare e per ogni piccola necessità.
Proseguite la visita a Barga scendendo dal Duomo e dirigendovi verso il centro. Attraversate piazza Garibaldi e piazza Sargentone per dirigervi verso l’estremità settentrionale del borgo, da dove si può ammirare, dall’alto, l’antico acquedotto romano.
Il paese è disseminato di trattorie e ristoranti, il mio consiglio è per il Ristorante Scacciaguai, dove potrete gustare molti piatti tipici, anche qui principalmente a base di carne. La cucina è a vista, anche per chi si trova nelle sale più lontane, grazie a un sistema di TV a circuito chiuso che permette di osservare gli chef in azione.
Castelnuovo di Garfagnana
Lasciate Barga in direzione nord, puntando verso Ponte di Catagnana, seguendo la SP7. La strada è molto bella. Stretta, ma molto bella. Guidate con prudenza e godetevi il paesaggio circostante, dominato dal verde della rigogliosa vegetazione.
Seguendo la strada, passerete l’ennesimo ponte sul fiume Serchio e raggiungerete un altro bel paese: Castelnuovo di Garfagnana.
Qui potete fare due passi nella Rocca Ariostesca, risalente al XII secolo, vero cuore del paese, e attraversare il suo suggestivo arco monumentale. Un altro accesso storico all’interno delle mura è la Porta di Castruccio, posta come ingresso proprio sulle rive del fiume Serchio.

Se vi interessano i vecchi manieri e volete dare uno sguardo dall’alto alla valle del Serchio, potete fare una breve deviazione verso ovest e salire alla Fortezza di Mont’Alfonso, posta a soli 2 km dal centro di Castelnuovo. Se volete fare una bella passeggiata potete anche raggiungerlo a piedi. Troverete dei cartelli stradali che indicano la direzione per la fortezza, altrimenti seguite i cartelli per Cerretoli/Colle.
Si tratta di una antica e vasta roccaforte che ricopre una superficie di circa 60.000 mq, costruita tra il 1579 e il 1586 a difesa del sottostante paese. La cinta muraria è di oltre un chilometro ed è interrotta da sette baluardi e da due porte. Al suo interno sono ancora visibili alcune delle abitazioni del tempo. Sulla porta principale noterete lo stemma della casata estense che ne promosse la costruzione.
Secondo una leggenda, la fortezza sarebbe collegata alla Rocca Ariostesca tramite una galleria sotterranea. In caso di assedio questa avrebbe consentito agli abitanti del paese di rifugiarsi all’interno della fortezza.
Oltre alla visita agli edifici storici, la Fortezza di Mont’Alfonso vi offrirà anche splendide viste panoramiche sulla valle del Serchio, sull’Appennino e sulle Alpi Apuane.
Si sale sull’Appennino
Tornati a Castiglione dovete superare il Serchio e dirigervi in direzione nord sulla SP72, seguendo le indicazioni per Corfino/Castiglione/Passo delle radici. È arrivato il momento di salire in montagna!
Arrivati a Castiglione di Garfagnana proseguite sulla strada principale che inizia a inerpicarsi ripida sulle pendici dell’Appennino. Si viaggia nel mezzo di una rigogliosa vegetazione, almeno nei mesi primaverili ed estivi, e di tanto in tanto si scorgono piccoli borghi arroccati sulle pendici dei monti, come, ad esempio, Sassorosso.
La strada è stretta, occorre quindi guidare con attenzione, ma è piacevole da percorrere. Lungo il cammino incontrerete anche qualche trattoria, nel caso voleste fare tappa per pranzo. A circa 19 km da Castelnuovo di Garfagnana arriverete al Passo delle Radici, situato ad un’altitudine di 1.529 metri. Ci si trova sul culmine dell’Appennino Modenese, proprio al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna.
A questo punto sconfiniamo in questa regione, seguendo la SP324 e dirigendoci verso est, in direzione Modena. Dopo circa 5 km voltate a sinistra, verso Roccapelago. Da qui la strada si fa ancora più stretta e non è sempre in ottime condizioni, ma correndo sulla cresta della montagna offre magnifici panorami. È una strada molto bella da percorrere anche in autunno, quando gli alberi si accendono con i colori tipici di questa stagione.
La strada si congiunge infine alla più larga SS12 che va imboccata girando a destra. Da qui l’atmosfera cambia e si fa più mondana. In zona potrete trovare molti alberghi, per fermarvi qualche giorno in zona e percorrere i numerosi sentieri che solcano le montagne. Superato Pievepelago si entra nel Parco dell’Alto Appennino Modenese e appena rientrati nei confini della Toscana si iniziano ad incontrare gli impianti sciistici dell’Abetone.
Angoli nascosti del Medioevo: Lucchio
Continuate a scendere verso valle, mantenendovi sulla SS12. Arriverete a costeggiare il torrente Lima, fino alla diga di Tistino. Ci troviamo in provincia di Pistoia.
Superata Popiglio vi propongono una breve deviazione per visitare un bel borgo e la sua rocca: Lucchio. Troverete la strada che porta al paesino circa 4 km dopo Popiglio. Le indicazioni sono minime, ma non potete sbagliare, visto che l’imbocco della strada che porta a Lucchio si trova nel pieno di una cava di marmo. In pochi chilometri raggiungerete il centro del minuscolo borgo di Lucchio, arroccato sulla cima di un colle. In posizione ancor più sopraelevata, proprio sul culmine di uno sperone roccioso, come baluardo a difesa del paese sottostante, vedrete le rovine della Rocca. Si tratta di una fortificazione che verosimilmente risale all’Alto Medioevo, ma le cui prime notizie sono datate tra l’XI e il XII secolo.

Purtroppo, le condizioni del sito non sono delle migliori e gran parte delle rovine sono in balia della vegetazione, ma da qui potrete godervi una vista davvero spettacolare e particolarmente estesa su tutto l’Appennino circostante. L’auto va lasciata all’ingresso del paese e la rocca si raggiunge salendo un ripido sentiero.
Rientrati sulla SS12 continuate a scendere a valle e dopo circa 14 km vi ritroverete a Bagni di Lucca. Da qui potete rientrare a Lucca attraverso la stessa strada che abbiamo percorso all’inizio del nostro viaggio. Se però non temete le strade strette e volete davvero immergervi nella rigogliosa vegetazione della Garfagnana, vi propongo di rientrare attraverso un interessante percorso alternativo.
Immersi nella natura, verso Collodi
Un po’ prima di entrare nel centro di Bagni di Lucca dovete imboccare la stradina sulla sinistra con le indicazioni per Benabbio. Fate attenzione perché il bivio non è ben evidente e dovete fare sostanzialmente un tornante tra le case. Dopo poche centinaia di metri vi troverete già fuori dal centro abitato, su una strada che corre nel mezzo della vegetazione.
Come dicevo, la carreggiata è piuttosto stretta, limitata da muretti su entrambi i lati. Certo la guida richiede un po’ di attenzione, ma il percorso è molto suggestivo, così come lo sono gli scorci di paesaggio che si aprono di tanto in tanto tra gli alberi.
Fatto qualche tornante vi troverete tra le case del piccolo borgo di Benabbio. Da qui la strada scivola veloce verso valle, attraversando altri piccoli centri abitati, fino a giungere nel paese di Collodi.
Questo bel borgo medievale è legato alla storia del libro Pinocchio, il cui autore, Carlo Lorenzini, trascorse qui parte della sua infanzia, firmando la sua opera con il nome di Carlo Collodi.
Oltre agli inevitabili riferimenti al burattino più famoso del mondo, vi consiglio una passeggiata nella parte settentrionale del paese, dove sorge il suo nucleo più antico. Tutte le case di questa frazione sono disposte in lunghezza verso l’alto della collina. Sembrano quasi volersi nascondere dietro la maestosa facciata di Villa Garzoni. All’altra estremità dell’abitato si trova un altro punto cospicuo: la Rocca, quanto rimane della porzione più elevata dell’antico castello medievale. Bello è anche il giardino della villa, con ampie fontane e una vegetazione curatissima.
Il cerchio si chiude: si torna a Lucca
Da collodi vi sarà facile rientrare a Lucca, che dista solo 17 km, e concludere così il nostro itinerario. Un viaggio che vi invito a compiere con calma, programmando varie tappe, in modo da godervi la pace della Garfagnana, scoprire tutti i suoi piccoli segreti e rilassarvi tra passeggiate nella natura e bagni termali.
Riscoprirete il piacere per la buona tavola, la tavola della tradizione, e i lenti ritmi di vita del piccolo borgo, segnati da semplici consuetudini quotidiane.
Se vi piace viaggiare tra colline e montagne, leggete anche il nostro precedente articolo che propone un itinerario insolito nell’Alta Provenza.
Franco Folino