
Questo viaggio in auto nel cuore dell’Argentina settentrionale è dedicato a chi ama gli spazi desertici e i paesaggi sconfinati, dove la natura si esprime al meglio. Attraversa laghi salati, valli che si insinuano tra montagne dai mille colori e vulcani ancora attivi.
Si incontrano paesaggi di una bellezza struggente. Si potrebbe restare a contemplarli per ore senza accorgersi del tempo che passa.
Gli incontri con le poche persone che popolano questa regione sono piuttosto rari, ma sempre molto intensi e coinvolgenti. Come parte integrante del viaggio, sono un momento indispensabile per entrare completamente nell’anima di questo territorio e per afferrarne forza e spirito.
La stagione migliore
La Regione Nordovest e in particolare la Provincia di Salta hanno due stagioni principali: quella secca, che va da metà aprile a fine novembre, e quella umida, che inizia verso la fine di novembre e termina nei primi giorni di aprile.
Durante la stagione secca la pioggia è molto rara e la temperatura è particolarmente fredda ad alta quota. In generale ricordate che la sera le temperature scendono sempre in modo significativo, in particolare all’aumentare dell’altitudine.
Nella stagione delle piogge si possono verificare abbondanti precipitazioni che possono creare consistenti allagamenti e ingrossamenti dei torrenti, causando gravi difficoltà alla circolazione. Per questo è molto importante informarsi sulle condizioni delle strade prima di intraprendere il viaggio.
Come arrivare
Il punto di arrivo in Argentina è solitamente Buenos Aires, da qui sono disponibili differenti collegamenti giornalieri con Salta. Per i voli dall’Italia, una delle migliori compagnie che servono l’Argentina è Iberia, con scalo a Madrid. Sul sito web della compagnia potrete trovare certamente ottime offerte.
Normalmente i voli intercontinentali arrivano all’aeroporto Ezeiza, situato alla periferia della città. Il volo in collegamento per Salta potrebbe però partire da un altro aeroporto della capitale argentina, il Newbery, più comunemente chiamato Aeroparque, che si trova vicino al centro della città. In questo caso bisogna considerare i tempi per il trasferimento da uno scalo all’altro. Esiste comunque un comodo servizio di bus navetta che parte dal terminal C di Ezeiza e raggiunge l’aeroporto Newbery in circa un’ora (http://arbus.com.ar/).
Per la scelta degli alberghi dove soggiornare, che fuori dai grandi centri abitati non sono molti, potete fare qualche ricerca nel sito web di Holidu, un motore che vi propone Hotel e anche case vacanza.
La scelta dell’auto
Alcune delle strade che andremo a percorrere nel nostro viaggio in auto sono in asfalto, altre in terra. Gli sterrati sono generalmente in condizioni molto buone e anche senza una trazione integrale sarà possibile viaggiare senza problemi.
Se ci si vuol spingere un po’ oltre, e visitare aree meno frequentate, pur mantenendosi su strade che possano definirsi tali, è consigliabile noleggiare un veicolo con carreggiata alta. Un buon compromesso, per evitare costi eccessivi del noleggio, è quello di puntare su un SUV a 2 ruote motrici, che consente di viaggiare senza difficoltà anche su strade dissestate.
All’interno dell’aeroporto di Salta si trovano le agenzie delle principali compagnie internazionali di noleggio auto, per valutare altre offerte di compagnie locali potete visitare questo sito http://www.saltaalquilerdeautos.todowebsalta.com.ar/). Fate però attenzione. Le compagnie più conosciute forniscono auto sempre in ordine e con pochi chilometri, mente le agenzie locali spesso consegnano auto datate e, a volte, malandate. Assicuratevi quindi di non avere sorprese al momento del ritiro dell’auto.
Se volete avere sottomano una semplice e rapida guida che vi permette di affrontare il noleggio di un’auto senza il timore di fare errori e avere poi sgraditi imprevisti, leggete il nostro breve articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese“.
Per guidare in Argentina serve la patente internazionale (modello conforme alla convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968).
Attrezzature consigliate sono una tanica per il carburante supplementare e un buon navigatore GPS, con mappe aggiornate e soprattutto disponibili offline, visto che la copertura internet nelle zone comprese nel nostro itinerario è spesso assente.
Il percorso
L’itinerario che vi proponiamo parte dalla graziosa cittadina di Salta, situata alle propaggini delle Ande, ottima base e piacevole località per una prima acclimatazione ai suoi 1.152 metri di altezza, prima di spingerci oltre.
Si prosegue poi verso nord iniziando sulla larga valle che porta verso il confine con la Bolivia, la Quebrada de Humahuaca, per poi puntare in quota, sulla parte più settentrionale della Puna argentina, fino al confine con il Cile. Complessivamente, andata e ritorno, si percorrono circa 800 km.
Viaggio in auto in Argentina: da Salta a Purmamarca
Come si diceva, Salta è un ottimo punto di partenza per questo viaggio in auto. È facilmente raggiungibile da Buenos Aires, con collegamenti aerei regolari e frequenti. La disponibilità alberghiera è vasta e completa, con alloggi per tutte le tasche. Anche la scelta di ristoranti è ottima e si può assaggiare la mitica carne argentina alla brace.

Il centro storico del paese è dominato dalla cattedrale, che si affaccia sull’ampia piazza 9 de Julio, adornata da un giardino ricco e ben curato. Sugli altri lati della piazza si trovano numerosi caffè e ristoranti, nonché il museo della città, in stile coloniale.
Si può passare qui almeno un giorno, riposandosi dal viaggio in aereo e recuperando la differenza di fuso orario. Si potrà anche approfittare della sosta per cambiare in valuta locale e acquistare il necessario per il viaggio.
La prima tappa di questo itinerario ci porta da Salta fino a un piccolo paesino della provincia di Jujuy, Purmamarca, attraverso un percorso molto vario e piacevole di circa 188 km.
Uscendo da Salta, si imbocca subito la RP9 in direzione nord, seguendo dapprima le indicazioni per Vaqueros, Unsa e poi quelle per Jujuy, La Caldera. In sostanza dovete proseguire sempre dritti.
Dopo circa 35 km di strada pressoché rettilinea, inserita in un paesaggio di fondovalle, si raggiunge la diga di Campo Alegre, con il suo vasto specchio di acqua. Su questo tratto di strada si affacciano molte strutture alberghiere, nate per il carattere turistico di questo territorio, più attivo nei mesi estivi, quando arrivano visitatori da tutta l’Argentina.
Dalla diga la strada inizia ad inerpicarsi su un piccolo rilievo collinare, con una serie di strette curve, che portano a 1.500 metri di quota. In questo tratto, conosciuto come il Camino de la Cornisa, la vegetazione è molto ricca. Ci si trova in un tipico ambiente montano, ricco d’acqua, con piante e alberi molto fitti, sembra quasi di essere nei pressi della regione amazzonica.

La parte in discesa del percorso ci porta verso altri due grandi invasi artificiali: Las Maderas e La Ciénaga. Il paesaggio si trasforma ancora, e si sbocca in una vasta pianura, che porta in pochi chilometri alla città di San Salvador de Jujuy, capitale dell’omonima provincia.
La città non offre spunti di particolare interesse. Può valere una rapida visita il cuore antico di questo centro, in tipico stile coloniale, concentrato attorno al sontuoso palazzo del governatore, posto nel mezzo di piazza Belgrano. Sulla stessa piazza si affaccia anche la Catedral Basílica de Jujuy, ormai circondata da tristi palazzi moderni che la superano in altezza.
Prima di lasciare la città è importante fare un pieno di carburante, perché da qui in avanti non avrete a disposizione molte altre stazioni di servizio.
Appena fuori San Salvador, sempre proseguendo in direzione nord, è possibile una breve deviazione verso le Termas de reyes. Una stazione termale con un’acqua che sembra stimolare le difese dell’organismo, depurare il sangue e attivare il metabolismo. Pare abbiano anche un potente effetto sedativo sul sistema nervoso. Per raggiungerle bisogna imboccare la RP4 a livello del Barrio Los Mulinos, circa 9 km a nord della capitale, e procedere per circa 14 km. Attorno all’Hotel che ospita la stazione più importante, sono nate differenti piscine minori dove è possibile immergersi nelle acque termali.
Una volta ritornati sulla RN9 si riprende la direzione nord, iniziando a fiancheggiare il vasto letto del Río Grande, completamente arido in inverno, ma colmo d’acqua in estate. Da qui la strada comincia lentamente, ma inesorabilmente, a salire di quota e in breve, dopo aver percorso una brevissima deviazione dalla RN9, si raggiunge il paesino di Purmamarca, a circa 2.300 metri di altitudine.
Viaggio in auto in Argentina: Purmamarca
Il nome di questo paese sembra derivi dalle parole della lingua aymara purma, ovvero deserto, e marca, città, significherebbe quindi villaggio del deserto. Altre interpretazioni preferiscono la traduzione in villaggio della terra vergine o villaggio del leone.
Gli abitanti superano appena le 500 unità, ma il borgo ospita tutto l’anno molti viaggiatori, nel loro tragitto lungo questa quebrada verso la Bolivia o verso il Cile e San Pedro di Atacama. Non si tratta però solo di un punto di passaggio. A ovest del centro abitato sorge infatti il Cierro de los Siete Colores, una piccola collina rocciosa dall’atmosfera marziana, che merita certamente una visita.
Esiste un apposito percorso circolare da fare a piedi, il paseo de los colorados, della lunghezza di circa 3 km. La stradina gira attorno alla collina permettendo di scoprire tutti gli angoli più suggestivi di questo ambiente. Il nome non rende però giustizia a questo luogo, dove è possibile vedere rocce con ben più di sette colori. Dominano le tonalità del rosso. Tutte le tonalità del rosso che potete immaginare, disposte su rocce scavate da vento e pioggia. Ci sono forti contrasti con il grigio ghiaioso del terreno e dei più alti rilievi montuosi che circondano queste basse colline.

Il vento qui è in genere piuttosto forte e scendendo dalle quote più alte si insinua negli anfratti della valle sibilando e sollevando nuvole di polvere rossa. La passeggiata è molto piacevole, non faticosa, e permette di sgranchirsi le gambe dopo molti chilometri al volante.
I mattoni delle case di Purmamarca, o la tinta delle loro facciate, hanno quasi sempre un colore simile a quello del Cierro, così che tutto il paese sembra mimetizzarsi nell’ambiente circostante.

Fa da contrasto la verde piazza dove risiede stabilmente un mercato artigianale, con prodotti tipici, in particolare tessuti dai vivaci colori, in stile peruviano. Nei pressi della piazza si trova anche la graziosa chiesetta coloniale di Santa Rosa de Lima.
Grazie alle sue ottime proposte alberghiere Purmamarca è senza dubbio il posto ideale per una tappa. Sono disponibili ottime possibilità di scelta anche per i ristoranti.
Viaggio in auto in Argentina: da Purmamarca al Salar de Olaroz – La Puna argentina
Con base a Purmamarca, sono possibili differenti esplorazioni nei dintorni. Iniziamo da quella che ci condurrà ad ovest, verso il confine con il Cile, viaggiando tra i più grandi laghi salati dell’Argentina. Prima di partire è consigliabile fare scorta di cibo e bevande, perché non sono molti i punti di ristoro disponibili. Essere autonomi consente inoltre di poter fare qualche pausa in posti particolarmente suggestivi, in perfetta solitudine. Questo percorso si estende su circa 380 km, per andata e ritorno.
Si parte da Purmamarca, rimanendo sulla RP52 in direzione ovest. La strada è asfaltata e nel suo primo tratto scorre velocemente all’interno di una stretta quebrada, dove si viaggia circondati da montagne, dai colori scuri, nei toni del grigio. In alcuni punti, tra le rocce si aprono larghe fasce di colore verde, che rivelano la presenza di vaste vene di rame e testimoniano la ricchezza mineraria di questa zona.
Dopo circa 13 chilometri di lenta ma progressiva salita, il percorso inizia a farsi più tortuoso e diventa sensibilmente più ripido, scalando quella che viene chiamata la Cuesta de Lipan. In questo tratto, dove si sfiorano i 4.200 metri di altitudine, la valle è molto aperta e tornano a comparire nei dintorni alture nei colori del rosso.
Giunti sulla sommità della salita è inevitabile una breve sosta, per rivedere il tortuoso nastro d’asfalto appena percorso e lo splendido e vasto panorama che lo circonda. Qui l’aria non solo è rarefatta ma è anche piuttosto fresca. Fortunatamente quando il sole splende nel cielo azzurro e perfettamente terso, riesce a stemperare il clima e meglio si sopportano le gelide raffiche di vento che soffiano perennemente su queste alture.
Da qui la strada scende di quota, facendosi via via sempre più rettilinea e raggiungendo i bordi di Salinas Grandes a 3.450 metri di quota.

Questo enorme lago salato si estende su un’area di circa 212 km quadrati ed è un bacino di estrema importanza economica per il paese, per la cospicua presenza di sodio, potassio e litio.
Appena entrati nella bianca distesa, si apre sulla sinistra un piccolo spiazzo popolato da bancarelle di artigiani, costruite con mattoni di sale. Anche la maggior parte degli oggetti offerti in vendita sono realizzati con il sale. Domina il piazzale una enorme statua, sempre di sale, a forma di lama e sul suo fianco si erge un pennone con la bandiera argentina.

Non è possibile entrare nel salar con l’auto, ma da questo punto ci si può addentrare a piedi, passeggiando tra la sterminata distesa di cristalli esagonali che solcano la sua superficie. In alcune zone è possibile vedere alcuni tagli che sono stati praticati nella superficie del lago, per ricavarne mattoni di sale. È interessante notare come le sezioni di questi blocchi compatti siano solcate da strisce orizzontali di colore grigio, più o meno scuro. In alcuni casi si tratta di concrete testimonianze di eruzioni vulcaniche che si sono verificate nella zona e che hanno ricoperto di cenere la superficie del salar in tempi passati, ad ondate successive, stratificandosi via via una sull’altra. Queste striature sono ben visibili anche nei mattoni utilizzati per le piccole costruzioni della zona.
Dal piazzale la strada prosegue verso ovest con un lungo rettilineo di 4 km che attraversa tutta Salinas Grandes. Verso la fine di questo tratto si aprono altri spiazzi laterali, dove e possibile sostare ed entrare a piedi nel lago salato.

La strada prosegue ancora per alcuni chilometri nell’altipiano che ospita il salar, attraversando un territorio arido e desolato. Se avete voglia di fare una pausa e liberare la vostra mente dai pensieri, siete nel posto giusto. La vastità del luogo lascia libero lo spirito. Sedersi per qualche minuto ad osservare l’immensità di questo territorio, completamente desertico, bordato in lontananza da una corona di montagne e vulcani, regala una sensazione di pace e serenità. L’aria è fresca, secca e pura, ed è piacevole fare dei profondi respiri per ossigenarsi e rilassarsi.
Dopo aver percorso una trentina di chilometri dal bordo ovest del salar, e aver incontrato numerosi esemplari di vigogna e lama, si esce dal vasto altipiano che lo ospita e ci si infila un un’altra valle. La strada, sempre asfaltata, si fa tortuosa e attraversa piccoli canyon, con le pareti punteggiate da cactus. Qui il paesaggio evoca atmosfere da film “western”, anche se la temperatura è tutt’altra rispetto a quella del sudovest statunitense. Compare anche un piccolo corso d’acqua, circondato da una bassa vegetazione di cespugli gialli e verdi: il bofedal.

Proseguendo il nostro viaggio in auto ci si trova quasi all’improvviso nel paesino di Susques. Ci sono due principali ragioni per fermarsi in questo sperduto borgo di alta quota (3.600mt circa): il distributore di carburante e la chiesetta.
Il distributore, che si trova a 3,5 Km oltre il borgo abitato, offre un’occasione imperdibile per assicurarsi una maggiore autonomia ed avere libertà di movimento nella zona. Nel malaugurato caso in cui vi foste scordati di fare provviste, a fianco del distributore si trova il miglior punto di ristoro di questa zona. Il suo nome, Pastos Chicos, vi fa capire che non potete attendervi pasti luculliani, ma potete certamente contare su qualche buona empanada.
La seconda ragione per fermarsi a Susques è la bella chiesetta in stile coloniale che si trova tra le vie del paesino: Nuestra Señora de Belén. La chiesa, costruita nel 1598, è composta da una singola navata e ospita al suo interno semplici ma interessanti affreschi con temi religiosi. Molto caratteristico è il suo tetto in paglia, lo stesso materiale che ricopre anche tutto il muro di cinta del complesso, al quale si accede attraverso un varco posto proprio di fronte alla chiesa. Sul fianco della costruzione principale, sorge un tozzo ma suggestivo campanile di base quadrata, con le classiche finestrelle a volta su ciascun lato dei suoi tre piani.

Susques si trova a 122 km dal confine con il Cile, posto a Passo Jama, e rappresenta l’unica sosta possibile per chi è diretto in quella direzione. Proseguendo oltre il paese, la strada sale leggermente fino a quando si giunge su un altro altipiano che ospita un vastissimo lago salato: il Salar de Olaroz. Ci troviamo a circa 3.900 metri di quota e se si esagera negli sforzi fisici l’altitudine si sente.
La strada in questa zona è composta da lunghi rettilinei che fiancheggiano il salar. Esistono alcune stradine che consentono di addentrarsi nella distesa di sale e procedere poi a piedi nel mezzo dei bianchi cristalli. In alcuni punti lo strato di sale è particolarmente sottile, forse perché trasportato dal vento. Al di sotto di questo velo bianco appare quindi la terra sottostante, dalla tinta rossa, creando un contrasto sorprendente.
Da qui in avanti la strada non offre altri particolari punti di interesse ed è quindi possibile esplorare la zona in tranquillità prima di rientrare a Purmamarca attraverso lo stesso percorso dell’andata.
Chi volesse raggiungere il confine, posto a 4.200 metri di altezza, avrà l’occasione di vedere alti piccoli laghi salati e qualche pozza d’acqua, ghiacciata o meno a seconda della stagione, e popolata da varie specie di uccelli. Qui si raggiunge la dorsale principale della cordigliera delle Ande, e ci si trova circondati da alti e imponenti coni di vulcano, quasi tutti ancora attivi. Proprio alla sommità del passo Jama, poco prima del posto di confine, si trova un distributore di carburante della YPF.

Come percorso alternativo per il ritorno è possibile addentrarsi ad esplorare un’altra parte della Puna argentina imboccando la RP70, che costeggia il lato ovest del Salar de Olaroz. Da qui si prosegue verso nord fino a congiungersi con un ramo della Ruta 40, che prosegue nella stessa direzione fino al paesino di Coranzuli. Dopo circa 14 km si lascia la 40 per proseguire in direzione est sulla 74. La strada si snoda con tratti anche molto tortuosi fino a congiungersi con la RP11. Da questo punto si ridiscende verso sud sboccando sulla RP52, poco a est di Susques.
Questo percorso alternativo non offre spunti paesaggistici particolarmente originali rispetto al tratto di andata di questo itinerario. Dall’imbocco della RP70 fino a Purmamarca si percorrono circa 340 km di strada sterrata, quindi, calcolate bene i tempi di percorrenza e il carburante disponibile.
Viaggio in auto in Argentina: la fortezza di Tilcara – Nella valle degli Inca
Facendo base a Purmamarca è possibile fare una breve escursione fino alla fortezza di Tilcara, posta a circa 27 km di distanza. Per raggiungerla, bisogna lasciare il paese e tornare verso la Quebrada de Humahuaca e riprendere poi la RN9 verso nord.
Il sito archeologico della fortezza, o Pucará, di epoca inca, è ben visibile sulla destra della strada, proprio sulla cima di una collina situata prima del villaggio.
L’area del sito è molto ampia e richiede abbastanza tempo per essere visitata completamente. Le costruzioni sono molte, ma purtroppo per gran parte di loro è visibile solo la porzione inferiore delle mura. Dalla sommità della collina si gode una splendida vista e si comprende il valore strategico del luogo, che domina perfettamente la valle sottostante, permettendone un controllo totale. Su tutta la collina crescono splendidi cactus giganti, probabilmente molto vecchi a giudicare dalla loro altezza.

Le rovine furono scoperte da un etnografo naturalista, Giovanni Battista Ambrosetti nel 1908 e fornirono preziose informazioni sulle abitudini di vita dei suoi abitanti, prima dell’arrivo degli spagnoli. Nel corso del ‘900 si susseguirono differenti fasi di restauro delle rovine, che si completarono nel 1968.
La sua costruzione sembra collocarsi nel XII secolo, ad opera della tribù degli omaguaca, esperti in agricoltura, tessitura ed arte ceramica, ma anche valorosi guerrieri. Diede ospitalità a circa 2.000 abitanti, in piccoli edifici di pietra, con porte basse e nessuna finestra. Oltre alle abitazioni sono riconoscibili recinti per il bestiame, luoghi per compiere cerimonie religiose e siti di sepoltura.
Gli Inca arrivarono qui nel XV secolo e trasformarono l’insediamento in un avamposto militare. La loro dominazione non durò a lungo, perché già nel 1536 arrivarono gli spagnoli.
Se intendete gironzolare ancora nei dintorni, nel paese di Tilcara potete trovare una stazione di servizio per fare rifornimento di benzina.
Per rientrare a Salta si può percorrere la stessa strada utilizzata all’andata, oppure utilizzare una via più veloce. In questo secondo caso a San Salvador de Jujuy bisogna seguire la R66, quindi imboccare sulla destra la RN34. Poco dopo aver superato General Güemes si arriva su una grande rotonda dove si vedranno le indicazioni per Salta.
Se vuoi esplorare esplorare altre regioni del Sudamerica, e in particolare l’Argentina, leggi l’articolo che presenta un itinerario di viaggio in Patagonia.
La Puna andina: tra Argentina e Bolivia
La Puna non è semplicemente una regione geografica, ma un complesso e distinto ecosistema di altitudine, localizzato nella zona centrale della cordigliera andina, caratterizzato da un clima freddo e secco, poco ossigeno e poche precipitazioni. Si estende in differenti stati, dal centro-sud del Perù, alla parte settentrionale di Cile e Argentina, fino alla porzione occidentale della Bolivia.
Per trovare suggerimenti su altri itinerari di viaggio in auto, da percorrere in questa splendida regione del Sudamerica, tra Argentina e Bolivia, potete consultare questo ebook.
