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Andalusia: alla scoperta dei castelli moreschi più nascosti

L’Andalusia è una regione spagnola che non finisce mai di stupire. È nota principalmente per le sue lunghissime e assolate spiagge, così come per le splendide città quali Siviglia, Cordova e Granada. Nasconde però una miriade di paesini suggestivi, dove non mancano castelli e riferimenti storici che testimoniano non solo il passaggio dei Mori, ma la presenza dell’uomo fin dalla preistoria.

In questo articolo vi vogliamo proporre un breve itinerario da percorrere in auto che parte dalla costa e si addentra nel cuore dell’Andalusia, tra colline e rilievi montuosi che si alzano alle spalle del litorale. Le strade da percorrere sono piuttosto strette, ma il traffico che le percorre molto scarso.

Vi porteremo in luoghi poco conosciuti e di conseguenza anche poco frequentati dai turisti, dove si può entrare in contatto con le atmosfere dei castelli moreschi e con la popolazione di questa regione, spontanea e accogliente.

Le nostre tappe sono segnate da tre importanti castelli: il castello di Castellar de la Frontera, quello di Jimena de la Frontera e quello di Olvera.

Per arrivare in questa zona dell’Andalusia Sotogrande avete a disposizione vari aeroporti molto ben collegati con l’Italia: Siviglia, Malaga e Jerez de la Frontera. Potete trovare ottime offerte con varie compagne low-cost, tra cui Volotea e Vueling, oppure con la compagnia di bandiera Iberia, che raggiunge anche Jerez con scalo a Madrid.

Per gli alberghi la scelta è vasta. Potete fare qualche ricerca nel sito web di Holidu, un motore che vi propone Hotel e anche case vacanza.

Se volete avere sottomano una semplice e rapida guida che vi permette di affrontare il noleggio di un’auto senza il timore di fare errori e avere poi sgraditi imprevisti, leggete il nostro breve articolo “Le 12 regole per noleggiare un’auto senza sorprese“.

Sotogrande

Il percorso da seguire inizia da Sotogrande, una delle località più mondane della costa andalusa meridionale, famosa per i suoi campi da polo, che ospitano prestigiosi tornei internazionali, e i molti campi da golf disseminati nei dintorni. Ma non preoccupatevi, la mondanità è totalmente assente da questo itinerario.

Provenendo da nord sull’autostrada A-7 va imboccata l’uscita 130 in direzione Guadiaro – Castellar de la Frontera. Anche alla successiva rotatoria vanno seguite le indicazioni per Castellar.

In questo primo tratto la strada costeggia il famoso Golf Club di Valderrama, uno dei più importanti campi di golf europei, dove ogni anno vengono ospitati tornei con i più importanti giocatori del mondo.

La strada è, per il momento, abbastanza larga, ma dovete fare attenzione ai ciclisti. Su questo percorso si incontrano addirittura cartelli che mettono in guardia dai ciclisti. Non sono però cittadini che si spostano in biciletta per andare a fare la spesa, ma piuttosto decine di cicloamatori che affrontano questo percorso, ondulato ma non troppo, adatto a tutti, più e meno prestanti fisicamente. Fate molta attenzione, soprattutto se vi trovate a dover superare il “gruppone”.

In mezzo ai sugheri

La strada sale rapidamente di quota scavalcando le piccole colline che si trovano ai piedi delle montagne più alte. Dalla prima rotonda vanno percorsi circa 14 km, va superato il paese di Castellar de la Frontera e va quindi imboccata la 5131, seguendo le indicazioni per il castello di Castellar.

Castelli Moreschi in Andalusia: la strada all'interno del parco nazionale Los Alcornocales.

Da questo punto la strada si restringe molto e si addentra nel territorio del Parque Nacional Los Alcornocales. Alcornocales in spagnolo significa “sugheri” e proprio da questo punto ci si immerge in una fitta foresta di queste piante. Alcune le vedrete già “pelate” con la base del tronco esposta. Tutte sono piante molto antiche a cui periodicamente viene tolta la preziosa corteccia.

Potrà sembrarvi strano vedere tanto verde rigoglioso in un territorio che si trova a meno di 50 km dalla costa africana. La ragione sta nell’abbondanza di acqua presente in quest’area, dovuta non solo alle precipitazioni, ma anche alle correnti umide oceaniche che si alzano dalla vicina costa. All’interno del territorio del parco, vi sono differenti invasi per la raccolta dell’acqua che fungono da riserva strategica per gran parte dell’Andalusia meridionale.

Il castello di Castellar de la Frontera

Dopo circa 8 km si raggiunge il primo castello del nostro percorso: il castello di Castellar de la Frontera.

La fortezza, del XIII secolo, è arroccata sul culmine di un promontorio roccioso. Domina un’area vastissima ed è in contatto visivo con altri castelli dell’interno e con le torri di avvistamento che punteggiano la costa. Ovviamente la sua era una posizione strategica e fungeva, con gli altri castelli che visiteremo, da linea di difesa interna del califfato.

Castelli Moreschi in Andalusia: il castello di Castellar de la Frontera.

Un chilometro circa prima dell’arrivo potete fare una sosta per godervi una bella vista del castello dal basso, mentre spunta tra la vegetazione di sugheri che lo circondano. Sono disponibili due parcheggi. Per raggiungere il primo dovete seguite le indicazioni alle porte del borgo, in alternativa, si può proseguire fino al più piccolo parcheggio posto proprio davanti alla porta di accesso al castello. A lato di quest’ultimo stazionamento si trova anche l’ufficio del turismo locale, dove si possono raccogliere informazioni sul castello e sulle altre attrattive dell’area.

Il castello è di una bellezza sorprendente. Pur essendo molto piccolo la sua posizione lo rende comunque imponente. Quando si supera l’ingresso si è circondati da mura in perfetto stato di conservazione e si cammina su un antico selciato in pietra molto suggestivo.

Castelli Moreschi in Andalusia: un minuscolo paesino andaluso

Una volta varcata la porta principale ci si ritrova in un minuscolo paesino andaluso, dai muri sbiancati a calce. Va riconosciuto uno splendido lavoro di restauro e recupero architettonico che rende questo luogo pieno di fascino.

Castelli Moreschi in Andalusia: le strette vie all'interno del castello di Castellar de la Frontera.

Percorrendo le strette viuzze all’interno delle mura sembra di tornare indietro nel tempo, saltando da un’epoca all’altra: dal guscio moresco fortificato al cuore tipicamente andaluso.

Non mancano i tipici vasi di terracotta fiorati appesi ai muri esterni delle case, così come le piante di agrumi e le bouganville di color porpora.

Le case del borgo ospitano mostre di pittura, ristoranti, botteghe artigiane e negozi di souvenir, oltre alle camere di un hotel, dai prezzi del tutto abbordabili, ideale per una sosta in un luogo suggestivo in piena tranquillità, a chilometri dai percorsi più battuti.

Dalla parte più alta del castello si gode una vista spettacolare sui dintorni. Ci si trova circondati dalle piante di sughero, che si estendono in particolare verso ovest. Guardando verso sud si riconosce facilmente il profilo della Rocca di Gibilterra e poco più a destra i monti dell’Atlante, in Marocco. Volgendo lo sguardo verso nord si identificano chiaramente i due “pueblos blancos” di Gaucin e Casares che appaiono come macchie bianche sull’intenso verde scuro della vegetazione. A ovest, subito sotto il castello si apre l’invaso di Guadarranque, una delle riserve idriche situate all’interno del parco.

Castelli Moreschi in Andalusia: verso Jimena de la Frontera

Per evitare di percorrere strade sterrate piuttosto strette, puntiamo verso la nostra prossima destinazione ripercorrendo a ritroso il tratto di strada che riporta al paese di Castellar. Da qui ripercorriamo la 405 in direzione nord, seguendo le indicazioni per Ronda – Jimena de la Frontera. I 22 km che ci separano dal prossimo castello scorrono su un’ampia strada, spesso delimitata da file di alti alberi di eucalipto. Ai lati si alzano piccoli rilievi collinari, dal terreno che può presentarsi di diversi colori, a seconda delle stagioni e delle coltivazioni. Può essere semplicemente color terra, rigato da precisi e ondulati solchi di semina, oppure punteggiato dal giallo dei petali di girasole, tutti orientati uniformemente in un’unica direzione.

Tra lunghi rettilinei e qualche gruppo di ciclisti si arriva al paesino dal nome altisonante di Los Angéles, ancora qualche chilometro e si raggiunge il centro di Jimena.

Per visitare il paese e le sue strette viuzze si può parcheggiare in Plaza de la Constitución. Per visitare il castello si può procedere seguendo le indicazioni e dopo alcuni tornanti si raggiunge il piccolo parcheggio proprio alla base della fortezza.

Castelli Moreschi in Andalusia: il castello di Jimena

Come il maniero precedente, anche il Castello di Jimena de la Frontera è posizionato proprio sulla cima di un piccolo monte, il Cerro de San Cristóbal. Questo luogo ha una storia millenaria, già nella preistoria vi si trovavano insediamenti umani che utilizzavano le grotte naturali presenti nei dintorni.

In tempi più recenti le occupazioni più rilevanti sono state quelle dei romani, nel primo secolo dopo Cristo, e quella dei mussulmani, sbarcati nella penisola iberica nel 711.

Castelli Moreschi in Andalusia: particolare delle rovine del castello di Jimena de la Frontera.

La città romana del tempo si chiamava Oba e fu costruita ai tempi di Vespasiano (69-79 d.C.). Con il passare degli anni il castello e il suo colle hanno mantenuta integra una significativa importanza strategica, ma è stato con il dominio Almohad Almohad che la fortezza ha raggiunto il suo massimo sviluppo, verso la fine del XII secolo.

Nella loro missione di riconquista, i re cristiani sono riusciti ad impossessarsi definitivamente di questa postazione nel 1456.

Il castello si presenta ora discretamente restaurato e conserva elementi distintivi che ricordano le varie fasi storiche che si sono susseguite, con reperti di origine romana, mussulmana e cristiana.

La porta di ingresso è sormontata dal classico arco in stile arabo e sul suo fianco sorge la torre denominata “dell’orologio”, costruita tra il XII e il XIV secolo su un antico bastione romano del I secolo d.C. Da qui si accede ad un ampio cortile che porta al corpo principale della fortezza.

Torri e cisterne

L’elemento che domina è però la torre del homenaje, la torre del tributo, una torre con pianta rotonda, particolarmente rara per essere di origine mussulmana, perché nell’edilizia islamica le torri erano solitamente di pianta quadrata. Sulla sua base è stata identificata una precedente torre di epoca romana, con pianta poligonale

Attorno alla torre si sviluppa la parte principale del castello, con alte mura che in alcuni tratti sorgono su grandi massi rocciosi che fungono da solido basamento.

La pianta del castello di Jimena de la Frontera.
Pianta del Castillo de Jimena de la Frontera. Sono indicate le strutture principali e le fasi costruttive della fortificazione.

Dal terrazzamento che circonda la torre si gode una splendida vista dei dintorni.  Anche da questa altura è possibile vedere in lontananza il profilo della Rocca di Gibilterra.

Altre costruzioni interessanti, situate nel cortile principale, sono i serbatoi d’acqua medievali, gli Aljibes. Scavati in profondità nel terreno e sormontati da un bellissimo soffitto a botte, sostenuto da archi interni longitudinali, avevano una profondità massima di 5,85 metri e potevano contenere circa 800 metri cubi di acqua. Anche in questo caso è stato osservato il possibile riutilizzo di una cisterna di epoca romana.

Castelli Moreschi in Andalusia: il castello di Jimena de la Frontera.

Una delle parti romane del complesso più integra si può osservare sul lato ovest, dove sorge la Puerta di quella che fu la città di Oba, costruita tra il III-IV secolo d.C., e il Bastión Romano, un bastione appunto, attaccato al muro di fondazione del tempio, dove è ancora possibile vedere una pavimentazione di lastre di calcare e frammenti di ceramica.

Dopo aver visto i tetti di coccio delle case di Jimena dall’alto, potete fare una passeggiata tra le ripide e strette strade del paese, fermandovi per una pausa nei tavolini all’aperto di qualche bar.

Castelli Moreschi in Andalusia: direzione nord, verso Olvera

È tempo di riprendere la marcia per dirigerci verso la nostra ultima tappa: il castello di Olvera. La strada che conduce verso Olvera è di grande bellezza, scorre su strette vallate e si arrampica su colline e rilievi montuosi della zona, attraversando paesini di montagna dai muri imbiancati a calce. Vanno percorsi poco più di 100 chilometri, ma prendetevi il vostro tempo. La strada è a tratti molto stretta e tortuosa e le soste per ammirare il panorama saranno molte. Considerate almeno due ore e un quarto, due ore e mezza per raggiungere la meta, anche di più se pensate a una pausa pranzo nelle trattorie rustiche che incontrerete le “Venta”.

Da Jimena de la Frontera bisogna ridiscendere e tornare sulla 405 in direzione Ubrique. I primi 10 km si percorrono su una strada larga e scorrevole, che poco dopo aver superato il paese di San Pablo di Buceite si restringe un po’ e inizia a salire, disegnando anche qualche ampio tornante.

A circa 23 km da Jimena si raggiunge Gaucin, uno dei più famosi “Pueblos Blancos”. Prima di raggiungerlo potete fermarvi per ammirarlo a distanza, appoggiato com’è sul culmine di un promontorio roccioso, circondato dal verde della vegetazione.

Castelli Moreschi in Andalusia: il paese di Gaucin.

Anche Gaucin ha il suo castello: Il Castello dell’Aquila. È una piccola fortezza con tre recinti murati costruita su un picco roccioso già dai romani, poi passata di mano tra arabi e cristiani. Per la visita vanno presi accordi in municipio (telefono +34 952 215 10 00).

Da qui si incontrano alcuni mirador da dove si possono godere splendide vedute sui paesi di questa zona e sul paesaggio montuoso che li circonda.

Una volta raggiunto Algatocín vanno seguite le indicazioni per Ronda mantenendosi sulla A-369. A circa 40 km da Jimena si arriva al bivio con la 8307, che va imboccata seguendo le indicazioni per Jimena de Libar, Cortes de la frontera. Da questo punto la strada si fa decisamente stretta e tortuosa, tagliando ripidi pendii e infilandosi in strette gole. 

Una Cueva preistorica tra nidi di avvoltoio

Poco dopo aver superato Jimena de Libar va imboccata le 8401, seguendo le indicazioni per Ronda, Benaoján.  Da questo punto si ritorna all’interno del Parque Nacional Los Alcornocales.

A circa 5 km da quest’ultimo bivio si incontra la Cueva de la Pileta, una grotta con dipinti di arte rupestre che risalgono al periodo Neolitico. Qui sono stati trovati scheletri, ceramiche e identificati oltre 130 dipinti, risalenti a oltre 20.000 anni fa. Purtroppo, le visite sono contingentate per ridurre l’impatto dei turisti e preservare il luogo. Vanno così prenotate telefonicamente (+ 34 666 74 17 75).

Castelli Moreschi in Andalusia: la strada nei pressi di MonteJaque.

Dopo aver superato all’esterno i piccoli borghi di Benaoján e Montejaque la strada sembra scorrere sul culmine dei rilievi, attraversando anche grandi appezzamenti di terreno coltivati, ma presto torna a scorrere tra picchi rocciosi. In questa zona osservate bene i culmini dei rilievi perché potreste vedere qualche colonia di avvoltoi, animali che popolano tutta questa fascia montana dell’Andalusia.

Al termine della 8403 va imboccata la strada 374 in direzione Siviglia, voltando a sinistra e uscendo così dal Parco Nazionale.

Da questo bivio mancano circa 37 km all’arrivo. La strada torna ad essere ampia e scorrevole. Va seguita la 374 fino ad Algodonales e poi la 384 fino ad Olvera.

Per un tratto si costeggia il grosso invaso formato dal fiume Guadalete, proseguendo poi tra dolci colline con ampie coltivazioni ed estese piantagioni di olivi. Anche in questo tratto la strada è molto piacevole da percorrere e prima di raggiungere Olvera potrete godere delle splendide viste del paese dal basso che mettono in evidenza la posizione arroccata delle case e della sua fortezza.

Castelli Moreschi in Andalusia: benvenuti a Olvera

Una volta arrivati all’interno del centro abitato bisogna puntare al castello, ben visibile da tutti i punti. La macchina va lasciata in uno dei due parcheggi posti a poche decine di metri dal suo ingresso. Per accedere alla fortezza va pagato un biglietto di ingresso. L’addetto vi aprirà quindi una delle porte che danno sulla piazza e attraverso un corridoio interno, con una fontana e acqua che scorre su una lunga e stretta vasca posta sul pavimento, in stile arabo. Da qui avrete accesso alla ripida salita che porte verso la fortezza.

Castelli Moreschi in Andalusia: Olvera e il suo castello.

Il castello di Olvera fu costruito alla fine del XII secolo come parte del sistema difensivo dell’Emirato di Granada. E’ situato su una roccia a 623 metri sul livello del mare.

Ha una pianta irregolare a forma di triangolo allungato che si adatta alla forma della roccia stessa. La sua porta di accesso è protetta da un barbacane e sormontata da uno scudo.

Gli elementi caratteristici del castello sono la Tore del Tributo e due torri circolari coronate da guglie di piastrelle.

Castelli Moreschi in Andalusia: il castello di Olvera.

La fortezza è talmente “incorporata” nel promontorio roccioso su cui sorge, che sporgenze di roccia emergono dal pavimento e si integrano con parte della muraglia di cinta. Sono visitabili alcune stanze interne, con soffitti a botte e attraverso una ripida scala a chiocciola si può salire fino al tetto della torre principale.

Anche da questo castello la vista è formidabile. L’occhio può spaziare su colline e montagne che si estendono per chilometri. Suggestiva è anche la vista che si ha sullo stesso paese di Olvera, proteso verso il castello, e sulla enorme chiesa della Parroquia Nuestra Señora de la Encarnación, una costruzione neoclassica costruita verso la fine del XVIII secolo, con due alti campanili affiancati che sovrastano il portone principale.

Castelli d’Andalusia

I castelli dell’Andalusia sono molti e tutti racchiudono le atmosfere dei tempi passati, mischiando segni e reperti di epoche molto differenti da loro. Sono testimonianza di quanto questa regione sia stata contesa tra numerosi popoli e di conseguenza teatro di battaglie sanguinarie. I tre castelli che vi abbiamo proposto mettono insieme lo splendore delle fortezze, la bellezza del territorio che li circonda e la pace di questi luoghi, poco frequentati dai turisti.

A breve distanza da questi luoghi si possono visitare molti altri castelli, più o meno grandi, più o meno conservati. A voi il piacere di scoprirli e di estendere l’itinerario a vostro piacere.

Da Olvera il ritorno verso la costa può essere fatto attraverso Ronda, che dista circa una cinquantina di chilometri, e rappresenta una delle più belle città dell’Andalusia, per la sua caratteristica posizione arroccata e per i suoi due famosi ponti: il vecchio e il nuovo. Il primo è piccolo e posto in basso rispetto al paese, mentre il secondo è sostenuto da altissimi piloni in pietra e congiunge le due porzioni dell’abitato separate da una stretta gola.

Per raggiungere Ronda si può percorre la strada che abbiamo utilizzato per arrivare ad Olvera, oppure, per esplorare un’altra parte del territorio, utilizzare la 9120 verso Setenil de las Bodegas, che scorre zigzagando tra colline coltivate e piantagioni di olivo.

Auto Noleggio alla prova

Per questo viaggio abbiamo noleggiato una Citroën C3 presso l’aeroporto di Siviglia con Goldcar. Leggi la recensione sulla compagnia di noleggio e sulla prova dell’auto negli articoli collegati.

Franco Folino

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